venerdì 25 dicembre 2009

Il racconto di Natale



Il mio racconto di Natale pubblicato sull'inserto di Libertà 23 dicembre 2009

sabato 19 dicembre 2009

Emozioni e magie del Natale



Per me questo è davvero un anno magico...
Non so che dire, grazie alla mia buona stella... e grazie alle persone straordinarie che incontro sul mio cammino.

Oggi ho vinto altri due premi al concorso Emozioni e Magie del Natale XII edizione presso la Cappella Ducale del Palazzo Farnese di Piacenza,

Singolarmente il 2° premio nella categoria "Libri Editi" con il mio libro "Come la luna di giorno come la luna di notte" a cui voglio bene come un figlio, ormai.
Questa la motivazione del premio:

" Poesie intense e sofferte in cui la luna fa da sfondo al tema dominante dell'amore. Non ci sono fronzoli in queste liriche essenziali, ma un sentire raro e sensibile - e un coraggio di esporsi senza nulla nascondere - capaci di trasmettere autentiche emozioni."
Grazie!!

Con i miei adorati Volatori Rapidi il Premio Rotary Club Farnese di Piacenza per il libro di racconti "Confini".
Una coppa bellissima, che assomiglia alla coppa dei campioni ;)

Riconoscimenti anche per altri volatori: Francesco Danelli (1° premio racconti) e menzioni per gli amici Ottavio Torresendi, Alessandra Locatelli e Agostino Damiani.
Un grazie particolare al Direttore di Libertà Gaetano Rizzuto per le parole spese sui "suoi" scrittori, ovvero i Volatori che ha lodato in pubblico con grande stima e affetto.

Che dire: è stata un'ottima annata, per me una giornata emozionante, che non dimenticherò, per molti versi, e... non finisce qui!

TENETE D'OCCHIO I GIORNALI PIACENTINI PRIMA DI NATALE! DI PIU' NON POSSO DIRE...

giovedì 10 dicembre 2009

The Truman show



Oggi nel ciclo "Un film da raccontare" ho proposto il mio film preferito:
The Truman show di Peter Weir del 1998.
Oltre che essere un film profetico che avrebbe anticipato la moda dei reality show e della televisione della "vita in diretta", è un grande film dal punto di vista simbolico.
Il protagonista, un grande Jim Carrey, si rende conto che la sua vita è fasulla.
DOVREBBE essere felice: in fondo ha una vita normale, tutto procede tranquillamente, serenamente. Ma è tutto finto, tutti attorno a lui recitano un copione.
A lui non resta che un'azione di ribellione, un colpo di testa che rivoluzioni la sua vita e lo aiuti a ritrovare il suo vero io e la libertà.
Che sia per questo che mi piace così tanto?
Straordinaria la scena finale in cui Truman/Ulisse/Prometeo, a costo di perdere la vita in una tempesta, sfida il suo Creatore e rinucia ad un paradiso fittizio per l'ignoto, per un mondo forse imperfetto in cui però può essere finalmente libero.

Volatori amici dell'arte


Il 6 dicembre, esattamente due anni dopo l'uscita di 1995 km da Santiago, sono stata ospite con il mio gruppo di scrittori, i Volatori Rapidi, dell'Associazione Artesfera presso la prestigiosa sede degli amici dell'Arte situata all'interno della Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza.
Un ringraziamento particolare alla Sig.ra Franca Puppo, presidente di questa associazione artistica tutta al femminile che ha avuto parole bellissime per il nostro gruppo e ci ha riempito di doni.
Abbiamo presentato Alessandra ed io, mentre i compagni di volo Doriana Riva, Chiara Ferrari, Monia Sogni e Francesco Danelli hanno letto brani tratti da 1995 km da Santiago, Confini e dai racconti estivi pubblicati da Libertà.
Presento con un intervento anche l'editrice di Confini (Domino Edizioni) Solange Mela.

Aulla

Il 29 novembre sono andata a ritirare i miei premi ad Aulla.
Volevo ringraziare Marina Pratici, l'organizzatrice e grande donna di cultura, instancabile, sensibile, vulcanica per l'ospitalità e la grande passione che mette in tutto quello che fa. I giurati Sirio Guerrieri, Anna Magnavacca e Nello Maccani, la poetessa Ninì di Stefano Busà, e gli altri prestigiosi membri della commissione.
Durante la mattina c'è stato un dibattuto incontro sul significato della poesia, con tanto di tenzone tra sostenitori di uno studio metrico e filologico applicato a questa forma di arte letteraria e di cultori di una maggiore spontaneità.
Tra chi intende la poesia anche come impegno civile e chi la apprezza anche solo per la musicalità.

Poi tutti a pranzo a Podenzana a continuare le discussioni... tra panigacci, necci, ravioli, funghi e quant'altro

per poi arrivare alla premiazione nella Sala Consiliare di Aulla e tornare carica di doni preziosi a Piacenza!


Grazie a tutti per lo splendido week end!
Un saluto particolare a Walter Vettori, talentuoso lirico trentino, che ho ribattezzato "il poeta epico", autore di una raccolta di poesie, "78 giri" che si è aggiudicata il primo premio del settore e con cui ho condiviso ore di piacevoli conversazioni letterarie
E un ricordo dell'Albergo Pasquino, dove si mangia benissimo e dove passano tutti i vip che frequentano il premio letterario Lunezia. Quando ho saputo che c'era stato anche il mio idolo assoluto del calcio Franco Baresi, non sono riuscita a trattenere un urlo di entusiasmo.
Anche i poeti hanno i loro punti deboli ;-).
Grazie Aulla, grazie a tutti!

domenica 22 novembre 2009

Premio Internazionale di Poesia "Val di Magra-Roberto Micheloni"




Carissimmi giusynauti,
domenica 29 novembre andrò ad Aulla, nella splendida Lunigiana, a ritirare due premi, per me molto importanti, presso la Sala Consiliare del Municipio.
Si tratta del Premio Internazionale di Poesia e Narrativa "Val di Magra", organizzato dal Cenacolo Artistico Culturale Val di Magra - Roberto Micheloni, fondato nel 1950.

Sono molto emozionati nel comunicare che ho vinto il primo premio nella sezione sezione D (Racconti)"Premio Dino Pratici" con il mio "Il Divoratore di libri" racconto contenuto in "1995 km da Santiago" (Lir edizioni), il libro d'esordio del mio mitico gruppo di scrittori Volatori Rapidi a cui dedico questo premio!
Grazie amici di essere i miei grandi compagni di volo e i miei migliori amici!!
Vi abbraccio ad uno ad uno e vi porterò con me nel cuore ad Aulla!

Il mio libro "Come la luna di giorno come la luna di notte" invece si è aggiudicato il 5° premio nella sezione "Val di Vara-Alessandra Marziale" XI edizione.

Sono davvero felice di questo risultato e ringrazio la giuria prestigiosa che mi ha davvero stupito con questo doppio riconoscimento.

Nella mattinata prima della premiazione presso il Municipio ci sarà una conferenza del Prof. Giuseppe Benelli, Presidente della Fondaizone Città del libro "Premio Bancarella". Una presenza molto importante, direttamente dal premio letterario più importante d'Italia, un'occasione per conoscere persone interessanti e sensibili, che è quanto più amo partecipando a questi appuntamenti letterari.

Che dire...
Dedico il premio, oltre che ai miei volatori, a chi mi ha ispirato il racconto e alla mia biblioteca, dove l'ho ambientato.

Poi vi racconterò com'è andata!!

giovedì 19 novembre 2009

E' uscito il nuovo libro di Nereo Trabacchi


Da oggi è nelle librerie di Piacenza, e tra poco online, il nuovo libro di Nereo Trabacchi "La Storia di oggi è...".
Il ricavato del libro sarà devoluto in beneficenza al Progetto Vita.

Ho avuto il privilegio di scrivere la prefazione di questo libro che è davvero un piccolo (ma solo quanto a formato) gioiello di straordinaria capacità immaginifica.
Nel volume troverete anche due mie poesie "Punto di non ritorno" e "Rinnovamento" nel monologo "Rossana".
Sono davvero felice e onorata di essere presente nel libro di uno scrittore così talentuoso oltre che di un grande amico e consiglio a tutti di leggerlo. Assolutamente!


Ecco la quarta di copertina.

"Otto racconti, una sceneggiatura teatrale e novanta storie in cinque righe, ognuna delle quali lascia la stessa orma di un romanzo completo.
Questi gli ingredienti di La storia di oggi è…del trentacinquenne scrittore piacentino Nereo Trabacchi, che dopo i suoi primi tre romanzi (Brindo e me ne vado, Il re della città e La pelle del cuore) si veste da moderno cantastorie e ancora una volta percorre le strade di Piacenza attraverso i suoi numerosi personaggi.
Un po’ di noir psicologico, una dose di mistery storico, alcune porzioni di fantasia e molto altro in queste pagine in cui certamente rimarrete incastrati come me fino alla fine.
Giusy Cafari Panico"

Vi segnalo inoltre che ogni giorno Nereo Trabacchi intrattiene gli iscritti al social network Facebook con storie in pillole che si possono solo leggere oppure proseguire. Un'iniziativa che ha già suscitato l'interesse dei media, non solo locali.

sabato 19 settembre 2009

Giurata al Premio Internazionale Città di Cattolica

Cari giusynauti ;-),
vi comunico ufficialmente che sono tra i giurati del prestigioso Premio internazionale Città di Cattolica.
Ringrazio di cuore per l'alto onore concessomi al Dr. Roberto Sarra, Presidente dell'Associazione Pegasus, scrittore, poeta e docente universitario.
E' un premio internazionale, quindi già di per sé di grande importanza.
LA premiazione si terrà nel Teatro storico della città e vedra la partecipazione di personalità del mondo della cultura e della letteratura in particolare.
Il presidente della Giuria è Cesare Rimini, il più grande avvocato matrimonialista d'Italia e uomo di grande cultura umanistica.
L'anno scorso tra i premiati c'era anche Sergio Zavoli ( e anch'io nel mio piccolo).
Metto in rete il link del concorso che scade il 31 gennaio.
Segnalo che è gemellato con il Premio di Lunezia, il Premio musicale più importante d'Italia dopo Sanremo e che oltre alle opere letterarie in senso stretto verranno premiati anche testi di canzoni.
I premi sono adeguati all'evento e, dato che sono stata presente l'anno scorso, invito tutti a partecipare anche solo per presenzaire alla serata finale che è un vero show, moderno e per nulla simile alle solite paludate manifestazioni.
Si possono fare incontri importanti e molto stimolanti.
La mia vita è un po' cambiata andando a Cattolica, che considero ora la mia città d'elezione e dell'anima.
Leggete mi raccomando

http://www.associazionepegasuscattolica.it/pagine%20sito/pagine%20collegate/PREMIO%20LETTERARIO%20SECONDA%20EDIZIONE.html
Associazione Pegasus Cattolica



PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE
CITTA’ DI CATTOLICA
2^ Edizione



“LE PAROLE SCIVOLANO, SI FERMANO,SI IMPRIMONO SULLA CARTA, DIVENTANDO UN CORPO UNICO”… Roberto Sarra



WWW.ASSOCIAZIONEPEGASUSCATTOLICA.IT
IN COLLABORAZIONE CON :



PREMI
CAT. “A” OPERE LIBRARIE EDITE IN LINGUA ITALIANA INERENTI LA NARRATIVA LA POESIA E LA SAGGISTICA.
1° CLASSIFICATO € 1.000. + TROFEO
2° CLASSIFICATO € 500 + TARGA
3° CLASSIFICATO € 300 + TARGA

CAT. “B” OPERE INEDITE DI POESIA IN LINGUA ITALIANA O IN VERNACOLO
1° CLASSIFICATO € 500 + TROFEO
2° CLASSIFICATO € 300 + TARGA
3° CLASSIFICATO € 200 + TARGA

CAT. “C” OPERE DI NARRATIVA INEDITA IN LINGUA ITALIANA
1° CLASSIFICATO € 500 + TROFEO
2° CLASSIFICATO € 300 + TARGA
3° CLASSIFICATO € 200 + TARGA

CAT. “D” ROMANZO INEDITO IN LINGUA ITALIANA
1° PREMIO (VINCITORE UNICO)
PUBBLICAZIONE E PUBBLICIZZAZIONE DEL ROMANZO CON OMAGGIO DI N. 10 COPIE PER L’AUTORE + TROFEO.

CAT. “E” TESTO INEDITO DI CANZONE IN LINGUA ITALIANA
1° PREMIO (VINCITORE UNICO)
PARTECIPAZIONE COME FINALISTA AL PRESTIGIOSO PREMIO LUNEZIA COMPRENSIVO DI PERNOTTAMENTO E FRUIZIONE PASTI+ TROFEO.

COMPOSIZIONE DELLA GIURIA
PRESIDENTE

AVV. CESARE RIMINI Scrittore -Presidente della filarmonica della Scala di Milano –rettore della civica Universita’ di Rimini



COMMISSIONE VALUTATRICE

DOTT. ROBERTO SARRA Presidente ass. Pegasus scrittore, poeta, saggista.

PROF.SSA RINA GAMBINI Critica letteraria docente di filosofia e lettere

DOTT.SSA MARINA PRATICI Poetessa, scrittrice, giornalista

ANDREA PORTI Attore

DOTT. SSA GIUSY CAFARI PANICO Poetessa e scrittrice

DOTT.SSA MARIANGELA MATACOTTA Responsabile marketing del comune di cattolica

DOTT.SSA CLAUDIA CONTARDI Giornalista, consulente editoriale


REGOLAMENTO


L’associazione Culturale “PEGASUS CATTOLICA” con l’alto patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Regione Emilia Romagna della Provincia di Rimini e del Comune di Cattolica, organizza la 2^ Edizione del Premio letterario Internazionale Città di Cattolica articolato in cinque sezioni.
A. Opere edite in Lingua Italiana inerenti la narrativa, la poesia e la saggistica.
B. Opere inedite di poesia in lingua italiana o in vernacolo
C. Narrativa inedita in lingua Italiana.
D. Romanzo inedito in lingua italiana
E. Testo inedito di canzone in lingua italiana.
Il tema è libero.
E’ possibile partecipare alle sezioni B, C ed E, con max 3 elaborati, per le categorie A e D con un solo elaborato.


ART. 1


L’iscrizione e’ aperta a tutti i cittadini Europei. L’adesione da parte dei minori deve essere controfirmata da chi ne esercita la patria potestà.


ART. 2


I concorrenti o le case editrici per partecipare al concorso dovranno versare un contributo di € 25,00 pere le categorie A e D e di € 20,00 per le restanti categorie sul C/C BANCARIO n. 2946 –Coord. Bancarie IT-71Z/08578/67750/000030102946 intestato all’Associazione Culturale “PEGASUS CATTOLICA” o in alternativa assegno circolare intestato all’Associazione entro e non oltre il 31.01.2010 (farà fede la data del timbro postale). Ed inviare le composizioni complete di fotocopia del versamento o corredate dell’assegno, al seguente indirizzo:
Associazione Culturale “PEGASUS CATTOLICA” via Irma Bandiera 29 Cattolica (RN). Associazione.pegasus@alice.it Tel. 347 1021100


ART. 3


Le composizioni relative alle categorie B,C,D ed E dovranno pervenire in forma dattiloscritta ed in sei copie firmate e corredate di tutti i dati dell’autore, compreso l’indirizzo E. MAIL, le stesse (ad esclusione della Categoria D) dovranno pervenire anche in formato elettronico Word.97-2003. Le opere partecipanti alla sezione poesia non potranno essere superiori a quaranta versi, mentre le composizioni di narrativa, non potranno superare (indicativamente)le quattro cartelle (A4) standard in corpo dodici, 2000 battute compresi gli spazi. Per la categoria D, non ci sono invece limiti di pagine, le opere dovranno essere rilegate con graffettatura metallica o termo rilegatura. Per quanto concerne la Categoria “E” non valgono ovviamente le regole delle altre categorie, il testo della canzone dovra’ essere contenuto in una cartella formato (A4) ed inviata in sei copie solo su cartaceo.


ART. 4


Per la categoria A verranno inviate n. 6 copie esclusivamente in supporto cartaceo riguardanti libri editi nel periodo GENNAIO 2005 – GENNAIO 2010. Gli elaborati pervenuti all’Associazione entro la data indicata saranno giudicati da una giuria qualificata. Sarà inoltre istituito un premio speciale della giuria. Altri premi eventuali potranno essere istituiti in corso d’opera dall’Associazione, il giudizio della commissione preposta sarà insindacabile ed inapellabile.


ART. 5


Le opere premiate e segnalate resteranno a disposizione dell’Associazione per eventuali successive manifestazioni.
ART. 6
I premiati dovranno ritirare personalmente i premi o mandare persona fidata, durante la manifestazione. Si precisa che tali premi non potranno in alcun modo essere spediti. In caso di Ex Aequo il premio verrà diviso fra i partecipanti.
ART. 7
La premiazione avverrà in data 24 Aprile 2010 alle ore 21,00 presso il Teatro della Regina, sito in Piazza della Repubblica a Cattolica.
ART. 8
Gli elaborati pervenuti all’Associazione e giudicati meritevoli dalla giuria, saranno pubblicati su di una antologia che sarà prodotta solo al termine del concorso, la stessa dovrà essere preventivamente prenotata, ma soltanto ad avvenuta pubblicazione degli elenchi dei premiati al fine di garantire la più assoluta trasparenza.

ART. 9


Le giuria sarà composta da docenti, autori, e da personaggi autorevoli provenienti da vari settori culturali. I premi consisteranno in assegni in denaro , trofei, targhe e pubblicazioni. Le case editrici alle quali si segnaleranno i partecipanti più meritevoli, si riserveranno la facolta’ di prospettare loro l’opportunità di una eventuale pubblicazione delle loro opere. I testi delle canzoni saranno valutati a parte a cura della commissione del Premio Lunezia.


ART. 10


La serata di Premiazione alla quale parteciperanno personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura, sarà allietata da intermezzi musicali, coreografie a tema e dalla pubblica lettura da parte degli autori delle opere selezionate come vincitrici.


ART. 11


I vincitori delle quattro categorie dei premi, del premio della giuria, e dell’attestato di merito, saranno avvertiti tramite telefonata, mail, o raccomandata almeno 15 giorni prima della data della cerimonia di premiazione. Tutti i partecipanti potranno comunque consultare gli elenchi dei vincitori direttamente sul sito dell’Associazione entro le 48 ore successive alla chiusura dei lavori della commissione.


ART.12


Gli autori per il fatto di partecipare al Premio acconsentono la pubblicazione dei loro brani sull’antologia che verrà pubblicata, senza aver nulla a pretendere come diritto d’autore, che rimane comunque di proprietà di ogni singolo partecipante.


ART. 13


Non sono previsti rimborsi per spese d’albergo, i partecipanti potranno pernottare qualora lo desiderino presso un hotel convenzionato con l’Associazione.


ART. 14


La partecipazione al concorso dà diritto all’iscrizione gratuita in veste di socio ordinario per la durata di un anno.

sabato 12 settembre 2009

Un grande onore


E' per me un grandissimo onore essere citata sul giornalino della mia parrocchia, Sant'Anna.
Volevo ringraziare Don Luigi Fornari sacerdote con alle spalle tanti tanti anni di apostolato ma giovanissimo nell'animo e nell'apertura di idee e sentimenti.
Una persona di grande valore che riesce ad accostarsi al "mondo" con modernità e senza preclusioni di ogni sorta.
Capace persino di apprezzare un libro di poesie d'amore e di proporlo ai suoi parrocchiani.
Grazie di cuore. Non sum digna, ma sono davvero felice. Grazie Don Luigi, che so che ogni tanto mi legge. E' davvero un mito!

lunedì 17 agosto 2009

I commenti del prof. Mandarino

Come vi dicevo mesi fa, da qualche tempo ho l'onore di vedere commentate le poesie del mio libro dal Professor Lorenzo Mandarino, scrittore e docente di lettere di Napoli.
Non ho parole per l'onore che ha deciso di dedicarmi e per il suo apprezzamento.
Oltre a questo però mi preme sottolineare che con la sua acuta sensibilità è come se ogni volta spiegasse anche a me stessa, che ho scritto le poesie, PERCHE' le ho scritte.
E ci riesce.
Le propongo anche a voi, man mano, ancora senza parole per il regalo che mi sta facendo.


Tra le tue braccia

Il viaggio che la donna –poetessa- compie tra le braccia dell’amato (“le tue braccia”) trascende il tempo, pur tenendosi legato alla solida realtà del vivere (braccia, stelle, volti, sorrisi, sguardi, nebbia, sussurri, parole, musica, lancette, casa, mente, piede, bocca). Tutti questi però sono sentiti come elementi friabili, fragili, effimeri, che, pur veri, si sciolgono nel silenzio dove è sospesa l’anima nella durata della concretezza di un abbraccio. La continua ricerca di un mondo fuori tempo e fuori spazio è percorsa dalla nostalgia delle forme concrete del vivere, che la poetessa sa di dover purtroppo lasciare se vuole viaggiare nel mondo della sua anima. Per questo oscilla insicura fra due mondi, ostinata, tuttavia, ad amarli entrambi.



Punto di non ritorno

Dall’amore nasce il terrore di non riuscire più ad esistere. L’amore è capace di coinvolgere la stessa esistenza sciogliendola dentro di sé fino ad annullarla, diviene padrone di una felicità che si desidera, ma anche si teme. E’ tuttavia una felicità creata dalla speranza ed appare lontana, evanescente, fragile che soltanto il desiderio (aspirazione dell’anima) tende a rendere concreta, seppure sottile “come un velo di tulle”. Il componimento rappresenta un’oscillazione continua fra il mistero aperto sulla propria vita e la concretezza del proprio essere, qui rappresentato da “l’abisso dell’amore.”



Notturno

Quando la notte non è terrore e il suo buio è un invito a scoprire cosa c’è oltre la luce del giorno, in una navigazione sull’orlo dell’abisso che separa i due mondi: quello dell’al di qua con tutte le sue magnificenze, ansie, inquietudini e quello dell’al di là che, liberato dalle immagini della realtà, offre alla mente e all’anima la gioia di un viaggio nel mistero e nella gioia dell’essere.

Gocce di felicità

Nostalgia di una gioia lontana, passata, vissuta nell’intensità di un rapporto? Gioia viva nel ricordo di un sorriso o di sorrisi ora coperti dal gelo (la neve) di una lontananza (corpi incoscienti) temporale, ma vivi per la gioia di un “puro amore” che ancora li evoca. La felicità della donna è nell’essersi riempita di un amore totalizzante che ha dato compiutezza alla propria esistenza. Una lusinga, tuttavia, dalla quale traspira in qualche modo la fragilità e la precarietà, forse l’inganno.



Gli occhi del mio uomo


E’ il non sentirsi adeguata all’altro, è lo stupore di comprendere di essere per l’altro una pienezza, che può svanire e svuotarsi. E’ il desiderio di dare, è la certezza di essere parte dell’anima altrui, l’assoluta consapevolezza del proprio dono d’amore. Questa è la felicità dell’amante, anche quando si accusa di essere una “ladra”. In realtà tale autoaccusa è soltanto la richiesta dell’anima di lui per restituirgli la felicità che le ha dato.
E’ la follia del dono dell’amore senza ricompensa.
Soltanto una donna lo poteva scrivere!



Tu


L’amore vive nella visione della storia del quotidiano, che, coperta di un velo, diviene lontana e magica, quasi mistificata. Incombe il senso del mistero di due corpi, che, sebbene in comunione, la “stanchezza” mira a separare, nella consapevolezza della distinzione (l’uso del plurale lo evidenzia perfettamente), generando la “paura” di comunicare la sensazione di una storia d’amore che diverrà abitudine. Da qui il grido a se stessa: “…è presto, troppo presto”, accompagnato dall’angosciosa ( è il senso che credo di dover dare al “forse”) constatazione che l’amore “ormai” ha vinto e che è, di conseguenza, troppo tardi per tornare indietro per vivere soltanto quell’attimo di felicità. Il “Fermati, attimo. Sei bello!” del Faust di Goethe qui è inficiato dalla mediocrità della storia che verrà dopo. E a nulla vale il rifiuto di un cuore amante di donna.
Il “già” del verso finale lo si può interpretare come un “iam” della lingua latina, cioè: “ormai”.


Vento

La donna vive nella gioia dell’amore attimi di felicità che tenta di comunicare a lui, per farlo partecipe del dono che lei ha ricevuto. Ma lo sente lontano, quasi indifferente. Non le resta allora che un’invocazione, quasi una preghiera, perché anche lui approfitti di questa gioia che offre il volo dell’amore, durante il quale neppure la possibilità di una caduta potrà essere di impedimento. Ma è un’invocazione triste, forse con la consapevolezza che lui non ha ali adeguate per seguirla nei suoi voli.


Fragile amore mio

L’amore non è un “alter”, un “altro” distinto e separato da lei, ma è quel sentimento che circola all’interno della sua anima, amato, desiderato, evocato, ma sempre in via di sparizione, che lascia come traccia un sogno svanito o un profumo dissolto (“rosa…appassire”). I due versi finali mi appaiono soltanto come una tenue speranza, se non la rassegnazione a un fallimento, che l’anima rifiuta.


Non dimenticarmi

Chi parla qui? Il poeta, che comunica il suo disagio di amare, oppure l’amore che, in prima persona, pretende la sua presenza pur tra le banalità del vivere e la resa dei sogni alla quotidianità della vita?


Per amare

L’amore detta qui i suoi precetti e le sue regole. Sa cosa vuole e quali sono le strade che conducono a lui, tra meraviglie e abissi, cadute e rinascite. Pur essendo geloso sa di essere fedele e, per questo, non ammette paure o viltà.
Se, invece, è il poeta a cantare si intuisce che nel suo volo c’è un richiamo inascoltato, il grido di un’anima felice che vuole comunicare la sua gioia ma non trova ascolto. Incolmabile distanza!



Crepe

Un sogno d’amore, come attraverso una lente d’ingrandimento, faceva diventare roccia un insignificante sasso. Ora non accadrà più: il sasso resta quello che era: una piccola pietra, racchiusa nella realtà della sua pochezza e banalità. L’uomo è fuggito dal sogno, ha infranto la lente ed appare nella debolezza del suo passo da infermo. L’amore di lei, però, non è svanito, è rimasto intatto nella consapevolezza della propria esistenza, vivo nella “cercata grandezza” del proprio dono, anche se rifiutato.


Nebbia

Il perenne circolo dell’esistenza è un girare intorno a se stesso senza riuscire a trovare l’approdo, in una nebbia che, tuttavia, fa ritrovare la propria identità nella coscienza del proprio limite di uomo. Solo così la vita non è più un labirinto dal quale fuggire, ma una felice consapevolezza del proprio essere. Forse la gioia del vivere.


Crisalide

I voli iniziali dell’insetto potrebbero essere avvicinati a quelli descritti dal poeta Giovanni Prati in “Incantesimo”. A torto. Nella poesia del Prati c’è il desiderio di confondersi con le “piccole cose” della natura in una sorta di fuga da una “realtà” insopportabile; qui, al contrario, c’è il desiderio di rientrare nel ventre materno, non per annullarsi, ma per godere, in piena coscienza, della gioia dell’essere oltre la materia del proprio corpo. Mi sembra di sentire la preghiera e il desiderio di Sant’Agostino del riposo in Dio dalle sue inquietudini. E’ vero che in questo componimento il nome di Dio manca, per lo meno a parole, ma il passo è breve, molto breve, dall’invocazione della Sue braccia, per smarrirsi in Lui.


Il Presagio

Fragilità degli amori quando non trovano il modo di unirsi e vivere in comunione. Pianeti di orbite diverse che soltanto se si incontrano riescono a riflettere lo splendore della propria essenza, altrimenti vivono il disagio di una incomunicabilità che li allontana lasciandoli in una cupa solitudine. Si osservano, si ammirano, ma vivono la tristezza di un impossibile dono. Mi sembra di vedere negli ultimi cinque versi il dramma di un’anima che non riesce a trovare requie per un’offerta d’amore respinta.

Sola

Veglia vigile della poetessa, tesa a contemplare il naufragio della propria anima nel gran mare dell’esistere, con la paura di perderla negli abissi.
Il verso finale, privo di interpunzione, costituisce un urlo disperato nell’angosciosa consapevolezza di una navigazione senza approdo. E’ lo smarrimento per un faro che non appare, e tuttavia si cerca.


La Fine

Breve saggio, in sei versi, sulla vita, sulla morte, sul prima, sul dopo e sulla “verità”, inconoscibile (“muta”), che attende l’uomo. Che cosa è la “Fine”?
Che dire?
Stupefatta e sospesa domanda, alla quale nessuno risponde, se non la speranza che la “ghigliottina divina” compia il taglio netto fra il “prima” e il “dopo” aprendo la strada alla scoperta, che ora, nel “prima” è soltanto un bruciante desiderio del “dopo”.
Questo è ancora un componimento nel quale è evidente una forte sensibilità religiosa. Laica? E che importanza ha?
Dio è uno e per tutti.



Ho perso l’amore

Un amore al quale soltanto il ricordo dà ancora vita, nell’immaginazione, perché la “Verità” appare, si fa strada dal groviglio delle supposizioni, e come una lama ferale, simile alla falce della classica iconografia della morte, toglie ogni illusione districando nodi che un cuore impazzito dal dolore intreccia nella sua indomita speranza e rivela l’impossibilità del viaggio all’indietro nel tempo alla ricerca di quell’amore che concedeva speranze e riempiva la vita.
E’ evidente lo smarrimento per un bene perduto per sempre, sul quale si era costruita la propria casa e si era scommesso il proprio destino. La delusione diviene più forte della sconfitta stessa.


Un’altra con te

Composizione “catulliana” , di grande nostalgia di un amore perduto del quale restano brucianti ricordi, marchiati col fuoco di una passione inestinguibile. Segni che ora la donna sente impressi sulla pelle della sua rivale. L’uomo, tuttavia, è un amante che si ripete senza forza e senza passione, mentre la donna ha dato, come Catullo, appunto, un senso all’amore, al loro stare insieme, un senso che lui ignora nella sua mediocrità. Questo però non dà consolazione, ma fa crescere il disagio dell’offerta incompresa e della banalità dell’uomo che si immaginava vivo ed invece è soltanto l’ evanescente ricordo di una proiezione della propria anima di donna innamorata.




Viaggio nel mio dolore

E’ dominante nella composizione, come a me pare, l’espressione “metastasi / dei miei pensieri…”, che dà la chiave di interpretazione di un dolore divenuto ossessione, che si vorrebbe cancellare. Il tema tuttavia non è il dolore in sé, assoluto, bensì una gioia svanita, un’illusione sulla quale si è fondata una vita di sogni e di gioie che la realtà, “le intemperie della vita”, ha annullato. La vita diviene allora un miscuglio indecifrabile di scorie, “fangosa poltiglia”, che si stenta a riconoscere, sulla quale non si può fondare più una certezza, ma soltanto una speranza, non si sa quanto ingannevole. Questa volta, però, l’amore cede il posto alla consapevolezza. L’amante delusa si munisce di solidi attrezzi: una forbice, per tagliare quei sentimenti che in passato l’hanno illusa; una pala, per seppellire le illusioni che l’amore le ha alimentato soffocandola. Il passato dovrà annullarsi in una tomba, che neppure il rimpianto dovrà ricordare. La disperazione dell’inganno d’amore la munirà infine di una torcia, per dare razionalità ai suoi sentimenti nel suo eventuale nuovo viaggio d’amore. Il “delitto” dell’amore con il corteo dei suoi sentimenti è, così, completato. Chi è stato l’artefice? Una donna illusa e delusa, oppure un amante che ha voluto giocare con i sentimenti altrui, trasformando la gioia in una voluttà di disintegrazione?


Che cosa resta del nostro amore?

Altra composizione tipicamente catulliana, dominata dalla nostalgia e dal rimpianto. Ma non è un amante perduto che qui si canta, quanto, al di là dell’intreccio dei corpi, il vuoto che la sua mancanza provoca nell’esistenza. Se l’amore è gioia di esistere, la sua privazione annulla ogni possibilità di vita, scoprendone la fragilità e l’insicurezza. Tutto quanto riempiva la vita, dava un senso a gesti, dava sincronia alle azioni rendendole comuni e uniche ora non è che il soffio di una voce che ripete lo stesso ritornello. Quasi uno sberleffo, o una nenia di riflessione sull’ inconsistenza delle proprie certezze fondate sulla lealtà di un amore promesso, magari durante una comunione di corpi. Potrebbe essere anche un canto di disperazione, come si evidenzia dalla struttura, ma a me sembra un canto di riflessione sull’inganno dell’amore.




Bugie

Amore come finzione, come costruzione quotidiana di un “altro” che non esiste, oscillante fra realtà e sogno. La realtà, però, ha procurato felicità col dono dell’amore offerto, ma anche ricevuto, sebbene di riflesso, come in uno specchio. Il sogno invece è più duro della realtà stessa, perché è inventare un ritorno che la ragione non è disposta a concedere. La mente, per questo, vaga smarrita nel futuro pretendendo di farlo diventare passato nell’angoscia del presente. Il cuore la segue senza comprendere, nel gelo dell’incapacità di vivere emozioni, come l’odio, che potrebbero dare un senso a tanto confuso vagare e, forse, condurre alla salvezza.


Mi manchi tanto

Ancora amore e sogno, ed esplosione di gioia per l’invenzione di un “altro” che non c’è. Qui è evidente la forte illusione di chi si crea da sola un personaggio, che appare lontano, assente, al quale fare dono dell’amore. E’ il bisogno di un cuore folle, capace anche di squarciare la notte nella ricerca di chi gli manca. E’ forse il grido, come sovente accade nella poesia di Giusy, di un’anima che anela all’assoluto, ma si perde, perché o non lo trova, o lo sente lontano, appena intravisto fra immaginate luci, canti e finestre sull’inconoscibile.


Celluloide

Un libro che registra una storia di dolore e afflizione si trasforma nella metafora di un paesaggio autunnale umido e quasi irreale, nell’inconsistenza di un’immagine “fragile”, prossima a svanire. E’ la proiezione di una vita che vorrebbe raccontarsi come su un nastro di celluloide, ma, invece di svolgersi per mostrarsi, si avvolge come un serpente che divora se stesso, in una circolazione nella quale si consuma senza redenzione, nell’intrico di fatue visioni, senza senso alcuno: rapide e fugaci immagini dei resti di un’anima sconfitta. Chi è l’ “oscuro regista” di una tale “grigia proiezione”? Il male, che, come in un beffardo gioco del destino, ha voluto segnalare la sua vittoria su un’anima già provata? Ci manca lo sghignazzo finale, rimbombante nella “sala da films” cui si è ridotto il poeta. Ma forse c’è, nella inutilità della domanda: “E mi chiedo quale…”.





Discontinuo

Rifiutare la propria storia è un gesto di disperazione che non calma il dolore, non seppellisce il passato ma annulla l’avvenire, divenuto un ramo che si seccherà, nella consapevolezza di essersi staccato dal tronco che si nutre attraverso le radici che succhiano linfa dal passato. E’ l’eterno gioco del voler rompere lo specchio nel quale si aggirano i propri fantasmi trascorsi, per poi correre subito a raccattare i cocci, forse nell’assurda impresa di incollare i pezzi di una storia che non c’è stata e si immaginava migliore.


Demoni

I “Demoni” sono i figli di ciò che si sarebbe voluto essere e di ciò che, invece, si è stato. Voler riscrivere una storia che non si è vissuta non porta alla rinascita, ma alla consapevolezza di una morte, senza la certezza del saper ricominciare senza rifare gli stessi errori. Lo dimostra quella folla di mani, di corpi che si vorrebbe rincontrare, quelle parole che si sarebbe voluto pronunciare, in una voluttà di disintegrazione di ciò che si è detto, che tuttavia si evoca per non ripeterlo più, come in una scena di un film non riuscita. E’ in una palude dove il poeta vive. Sa che lo sommergerà, e comprende anche che il suo agitarsi gli fa crescere la disperazione e gli toglie la speranza della vittoria. Tuttavia la sua volontà di cambiare il corso di una storia già vissuta gli concede inaspettatamente la forza di resistere e il grido di invocazione della morte non è soltanto la dichiarazione della propria impotenza, ma anche la speranza della redenzione ottenuta dal crogiuolo nel quale ha bruciato un passato che l’opprime. I demoni appaiono dunque sconfitti, anche se i loro morsi fanno ancora male.

mercoledì 29 luglio 2009

Giusy e i Volatori ai Venerdì Piacentini


I Venerdì piacentini sono un po' una piccola notte bianca, a Piacenza.

Le vie del centro, le piazze e i luoghi in genere della città si aprono al passeggio.

Tutti i negozi sono aperti e c'è musica, spettacolo, avvenimenti culturali... Piacenza si anima.

Ogni venerdì è dedicato ad una tematica in particolare.

Il prossimo, il 31 luglio è dedicato alla letteratura ed io sono stata invitata a partecipare dagli organizzatori, per me è un grande onore.


Sarò quindi alla Libreria Feltrinelli in Via XX settembre angolo Via Cavour dalle ore 22 e 15 alle ore 23 e 15 con il mio libro di poesie.

E lettori d'eccezione chi saranno, indovinate?? I miei Volatori Rapidi!!


E prima, dalle 21 alle 22?? Sempre con i miei Volatori in Piazza Duomo, prestigiosissima cornice, con una performance letteraria ispirata a Confini, il nostro ultimo libro! Con buffet finale!


E, per non trascurare il mio lavoro, che mi appaga e mi dà da vivere, vi segnalo che la Biblioteca Passerini-Landi è aperta straordinariamente al pubblico con i servizi principali di prestito e ci sarà uno spettacolo degli Infidi Lumi.


Per me un venerdì uno e trino!! Se potete venite dappertutto!!

Vi aspetto!!!


Non mancate!

domenica 26 luglio 2009

Il grande cuore di Napoli

Volevo ringraziare il Prof. Lorenzo Mandarino per aver ritirato al mio posto il premio Opera Prima dell'Istituto di cultura italiana di Napoli.
Appena possibile pubblicherò sul blog i saggi critici che ha avuto la bontà di dedicare alle mie poesie.
Qualcuno lo leggerò durante la serata del 31 luglio, nel corso dei venerdì piacentini, alla Libreria Feltrinellio alle ore 22.
In settimana vi aggiornerò su tutti i miei movimenti ( c'è anche un evento dei miei Volatori Rapidi e anche un reading in Biblioteca).
A domani Giusynauti! :-)!

giovedì 23 luglio 2009

Le visioni di Giusy



Ecco le mie "visioni", ovvero improvvisazioni un po' allucinate, ispirate ad alcuni dipinti o semplicemente balenate in un momento di obnubilamento scritte per la serata dei Volatori Rapisi alla notte bianca di Lodi, il 18 luglio, appese ai quadri della Galleria delle Visioni dell'amica Lorena Ceretti e distribuite a tutti gli ospiti come segnalibri.





Mondi senza più confini
Sterminate praterie di sogni
esauditi.
Amore zampillante dalle sorgenti
senza foci a significarne la fine.


Passato e Presente
si congiungevano
in un vortice di luci e ombre
e formavano
un muro
al di là del quale
non si vedeva il Futuro.
Sapevo che eri
dall’altra parte,
al confine della
mia Speranza,
ma non avevo il coraggio
di scavalcarlo.


Vivere
tante vite parallele
in una.
Come vedere
tutte le facce
di un cristallo.
Come scrutare
l’orizzonte
senza avvertirne
l’inevitabile confine


Il tempo liquefatto
Si spalma sul mio
Mondo
E i suoi colori
si fondono
nel foglio bianco
del Destino.


A Cuba vedevo
Musica gioiosamente
Triste
E la mia anima
Danzava su una lacrima
Tanto poté
Una sola canzone
In una giornata
Di nuvole e sole


Essere inghiottiti
da un mare oscuro
e scoprire
che solo nel profondo
e oltre il confine
della paura
esiste la Verità.


Puledri bianchi
Nella mia mente
E angeli ammonitori
Che li cavalcano
A briglie tirate,
Sempre al confine
Tra il Bene e il Male.
E’ questa la Vita?



Quella volta
mi hai arpionato con gli occhi.
Occhi neri,
occhi tristi,
occhi appassionati,
occhi risucchianti,
occhi incerti,
occhi infiniti,
occhi disarmati e disarmanti.
Occhi che facevano
Scomparire il resto
del tuo corpo.
Eri solo occhi
ed io
solo la tua lacrima



Le allucinazioni
certe volte diventano realtà
e viceversa le visioni reali
sembrano,
nel ricordo,
delle allucinazioni

lunedì 20 luglio 2009

20 luglio 1969 - 20 luglio 2009


Carissimo Blog,

oggi è il giorno della Luna, il quarantennale dello sbarco.

Quando questa stella che per secoli ci aveva fatto sognare è diventata improvvisamente così vicina, reale, tanto che un uomo ha potuto imprimervi la sua impronta.

Come posso fare a meno di non parlarne anch'io.


Tutto parla di Luna qui... dal tuo nome, mio adorato Blog, al mio libro. Ad alcune mie poesie. All'ultimo racconto che ho scritto


Alla musica di sottofondo che ho scelto per te. Ti piace, vero?

Questa magica "Moon River", la senti com'è bella, che la deliziosa Audrey Hepburn cantava malinconica dalla finestra forse interrogandosi sul suo domani mentre al piano di sopra uno scrittore cercava di mettere su carta le sue emozioni.


Anch'io ho la mia chitarra vicino e anch'io come lei mi pongo le stesse domande, quelle che ogni tanto ci poniamo tutti, guardando il cielo.

Vorremmo volare lontano, lontano senza sapere dove... finché il nostro sguardo si ferma proprio là, sulla luna.

Il luogo dei pensieri non confessati, dei ricordi perduti... dove volare su un ippogrifo come Astolfo e recuperare la parte più vera di noi stessi.

Senza maschere.

Io vorrei essere là. Lontana dal mondo e dalle sue convenzioni, dalle mie paure ad affrontarlo, dall'arena.
Anche solo per un attimo, per vedere l'azzurro del mio mondo e saperlo riconoscere una volta tornata.


Quest'anno grazie alla Luna ho scritto un libro che mi ha portato lontano, in senso fisico e metaforico.

In altre città, ad incontrare nuove persone, tutte in un modo o nell'altro molto importanti per me e per la mia vita, a riscoprire parti di me nascoste.


L'altra faccia della mia luna.

Stanotte farò un rito strano. Punterò la sveglia alle ore 5 e 56 ed esprimerò un desiderio che non rivelerò a nessuno, un desiderio che riguarda solo me.


Le parlerò dei miei pensieri e delle mie paure. Delle inquietudini che nascondo nel mare della tranquillità, dei ricordi che ho sepolto nei suoi crateri.


Magica Luna, come sempre solo tu li custodirai

domenica 19 luglio 2009

Racconti sulla Luna




Per tutto il mese di Luglio, in occasione del quarantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna, il quotidiano di Piacenza Libertà pubblica un'antologia di racconti dei Volatori Rapidi dedicata all'evento.


Ecco il mio!


Ti aspetto sulla luna

Quando aveva ricevuto quella telefonata era sotto la doccia e aveva risposto sua moglie.
“Come?” Sentiva appena il suono della sua voce sotto lo scroscio dell’acqua calda.
“Chi?” Sua moglie aveva un timbro acuto che con gli anni era diventato stridulo.
“Dove?” E poi non era mai stata una campionessa di conversazione.
A volte ci si ritrova sposati, padri, nonni, senza nemmeno sapere come.
Piacere Enrico, piacere Giovanna. La figlia del proprietario della ditta in cui era stato appena assunto. Abbastanza carina, tra l’altro. Perché no?
Dopo un anno era già in chiesa al braccio di sua madre che diceva a tutti: “Ha sposato una Salviati” con l’orgoglio di chi dopo una vita non deve più chinare il capo.
“Chi era?” disse strofinandosi i capelli argentati con il cappuccio dell’accappatoio, appoggiato al letto d’ottone.
Sua moglie si guardò allo specchio per controllare se aveva qualche capello fuori posto e sistemò un capodimonte che la colf aveva appoggiato male.
“Lamborghini, Laberghini, un tuo compagno di scuola. I calzini di filo di scozia sono nel cassetto.”“Organizza una cena di classe.” Sua moglie si allacciò il collier che lui le aveva regalato per le nozze d’argento. Si girò verso di lui con quello sguardo che mescolava tenerezza a comando, a cui lui era abituato. “Ma ci vai? Tanto si sa come vanno queste riunioni.” Aprì il cassetto porgendogli le calze.
“Lambertini! Chissà che fine ha fatto L’avevo visto in stazione anni fa, ma stava perdendo il treno…” Si infilò le scarpe inglesi di marca. “E…” gli venne in mente un altro nome. Un nome che un tempo scriveva su tutti i quaderni, su tutti i muri.
“Dai, vieni: siamo invitati a cena da nostro figlio, sei rintronato?” lo spinse fuori dalla porta con fermezza.
Lambertini era l’unico compagno che ricordava con un briciolo di simpatia.
Essere figlio di una madre nubile e frequentare il Classico a quei tempi era un ossimoro in una città di provincia. Tutti figli di medici, notai, avvocati. E lui di una donna delle pulizie. Ma lui era il più bravo. Chissà se anche il padre aveva queste doti. Era intelligente –raccontava la madre– ma mascalzone: aveva preferito sposare una donna benestante anziché lei.
In quella classe era a malapena tollerato, con due sole eccezioni.
Una era Lambertini. Si era trasferito da poco da Bologna ed era estraneo alle dinamiche delle piccole città.
E l’altra era la creatura più dolce che avesse mai incontrato. Sospirò.
“Ti ha lasciato il cellulare?” Si rivolse alla moglie tenendo in braccio il nipotino, che giocava con i suoi occhiali. Leone l’avevano chiamato. Enrico no, eh?
“Chi?”
“Il mio compagno di classe.”
“Ma ci vai?” sua moglie alzò gli occhi al cielo.
“Sai che boiata! Alla mia cena del decennale me ne sono andato dopo venti minuti.” William Rossi Salviati riprese Leone dalle braccia del padre.
L’appuntamento era fissato per il 20 luglio, la data in cui avevano pubblicato gli esiti della maturità quarant’anni prima, sul portone del Classico.
Non era un giorno qualunque quel 20 luglio del 1969.
E’ inevitabile che ognuno di noi viva sempre due vite: quella in cui si è immersi, che riguarda tutti e che riempirà i libri di storia delle generazioni successive e quella intima, che passa dal cuore e dalla pancia e che riempirà al massimo gli album fotografici di un paio di generazioni per poi perdersi nelle sabbie del tempo.
Così, mentre tutto il mondo aspettava che l’uomo sbarcasse sulla luna, gli studenti della III A del Liceo Gioia di Piacenza si chiedevano se sarebbero stati promossi o bocciati e il loro orizzonte terminava davanti a quegli scalini che avevano salito migliaia di volte, più importanti di quelli da cui sarebbe sceso Armstrong.

Arrivarono in ordine sparso. Erano irriconoscibili, ci sarebbero voluti i cartellini. Gli uomini pelati o incanutiti, le donne ingrassate e con i capelli dai colori più improbabili.
Guardò a tutti le scarpe e notò che solo lui indossava quel tipo di calzature che gli procurava sua moglie: inglesi indistruttibili. Le più belle.
Negli anni del liceo portava le Clark, ma senza alcuna rivendicazione politica: non poteva permettersi altre scarpe. In quella scuola tradizionalista la politica era entrata solo di sbieco, forse per paura di prendere troppa polvere. Poche occupazioni studentesche, pochi dibattiti politici. Un paio di contestatori e alcuni capelloni. Il sessantotto scritto in latino e in greco era arrivato in modo edulcorato.
A piedi raggiunsero un ristorante e si sistemarono nel grande tavolo come se fossero stati nei banchi. Lambertini arrivò per ultimo.
Enrico, stretto tra il notaio e l’avvocato, figli d’arte che non aveva mai potuto vedere, sussurrò all’ultimo arrivato il nome che aveva nel cuore fin da quando aveva sentito sua moglie al telefono.
“E Maddalena?”
Lambertini l’abbracciò forte. “Lo sapevo che saresti venuto solo per lei. È lei che ha organizzato tutto, sai?”
“E perché non è venuta?”
Dopo aver visto i voti finali Enrico e Maddalena erano scappati via in motorino. La partenza di Enrico era stata maldestra, ma il corpo fresco e morbido di Maddalena appoggiato al suo lo aveva fatto sentire come Giacomo Agostini.
Si erano fermati lungo la strada e non avevano resistito al richiamo dei loro baci, quelli che per un anno si erano scambiati furtivamente fuori dalla scuola.
Anche Maddalena non era una figlia di papà: i suoi avevano un negozio di alimentari. Era la più brava in italiano. Scriveva con uno stile che incantava: ogni parola sembrava cadere da un mondo meraviglioso e gentile.
Che importava se il resto della classe non li considerava, se nessuno dei due era invitato alle feste nelle ville patrizie. Loro avevano il Facsal e il loro amore.
La moto si era fermata ed Enrico aveva cercato nei jeans la chiave che apriva la casa di campagna di Lambertini, i cui genitori erano all’estero.
Tremando erano entrati, lasciando fuori dalla porta la loro adolescenza per conoscere per la prima volta l’amore, l’amore vero.
Lambertini interruppe il chiacchiericcio e accese il maxi schermo del ristorante che iniziò a riprodurre un filmato in bianco e nero. “Allunaggio!” un applauso accompagnava le parole di Tito Stagno, “No, mancano dieci metri.” lo correggeva Ruggero Orlando.
La III A si mise ad applaudire. “E bravo Lambertini: hai ricreato l’atmosfera.Vi ricordate che era il giorno della Luna?”
Nella villa c’era il televisore e Maddalena si era staccata dalla sua spalla e gli aveva detto: “Andiamo a guardare l’uomo che cammina sulla luna”. Abbracciati avevano visto Armstrong appoggiare il piede al suolo e pronunciare frasi storiche come quelle che si erano scambiati poco prima.
“Aspetta.” Gli aveva detto lei, prima di tornare a casa, dove in altre occasioni li avrebbe accolti una sonora sgridata. Ma loro avevano avvisato che avrebbero visto l’allunaggio assieme ai compagni. Tutto organizzato come e meglio che a Houston.
Aveva tirato fuori il taccuino dove scriveva i suoi pensieri e le sue poesie, facendogli leggere “Se mi cerchi ti aspetto sulla luna, distenderò lenzuola d’argento e preparerò dolci di rose e di miele” .
Poi ancora il suo vestitino leggero leggero contro la sua camicia, sulla vespa.
E poi l’estate e ancora tanti baci. E poi chissà…
Perché gli uomini sono sempre bravi a perdere ciò che è prezioso e a non ritrovarlo più?
“Perché non c’è Maddalena?”
Per Enrico non esisteva più nessun’altro, guardava Tito Stagno e sentiva ancora i capelli castani appena mossi di lei che gli sfioravano il petto…
Lambertini lo guardò fisso in volto.
“Mi aveva detto di non dirtelo... Maddalena ha un tumore. Ha poco tempo da vivere: sta facendo la chemioterapia: non voleva farsi vedere malata da te. L’ho incontrata in un ospedale. E’ ancora bella sai, anche se ha perso i capelli. Mi ha dato questo. Che strano che in certi momenti si ritorni ai ricordi di gioventù.
Enrico aprì una busta che portava il suo nome.
“Se mi cerchi ti aspetto sulla luna…” Era la pagina ingiallita scritta quarant’anni prima. “Ma cos’ha Rossi?” Il figlio del notaio guardava Enrico piangere.
“Era strano anche allora: sembrava sempre che gli avessero ammazzato il gatto!” e i vecchi compagni, deridendolo, ritrovarono se stessi. In fondo non era cambiato niente.
“Sono tornato.” Enrico posò la chiave sulla credenza ottocentesca.
Dopo un muto cenno di saluto alla moglie si sdraiò nella sua parte di letto.
Avrebbe voluto cercarla, Maddalena, dopo la laurea. E avrebbe saputo dove ritrovarla. E come riconquistarla. Ma poi la Ditta. E la famiglia Salviati.
Che poi in fondo era felice. In fondo.
Prese dal portafoglio il foglietto strappato.
“Buonanotte.” disse alla moglie semiaddormentata.
“Ti sarai annoiato, se stavi a casa era meglio: è venuto Luigi con la Carla che sono tornati da Sharm”
“Sì. Ho solo voglia di dormire.” Enrico stringeva in mano il foglio.
“Se mi cerchi ti aspetto sulla luna”, ripeté finché tutto sparì e comparve un vestitino leggero leggero. Poi dei capelli castani, appena mossi e un sorriso ingenuo.
“Quanto ci hai messo. Sono quarant’anni che ti aspetto sulla Luna…”
E le loro labbra si unirono nel bacio più dolce.

Giusy Càfari Panìco



sabato 18 luglio 2009

Notte Bianca di Lodi - 18 luglio ore 21


La Galleria delle Visioni di via Luigi Cingia 17 in collaborazione con l’Associazione Volatori Rapidi propone in occasione della “notte bianca” del 18 luglio a Lodi la serata intitolata “In ogni senso”, una sorta di percorso attivo ed interattivo tra arti, sensi e fruitore.L’idea è quella di coinvolgere il passante attraverso vari stimoli sensoriali ed accompagnarlo in un percorso di cui diventerà parte attiva ed integrante.1. Il percorso avrà inizio con una sorta di “invito visivo” costituito dal video d’arte concettuale di Daniele Signaroldi dal titolo WALLS of FURY proiettato sui muri dei palazzi adiacenti alla sede della galleria, precisamente sull’angolo tra via Ottone Morena e Corso Vittorio Emanuele.
Saranno proiettati i graffiti che siamo soliti vedere “sporcare” i muri delle nostre città, ma tolti dal loro contesto e spogliati della loro valenza “scomoda”, in modo da poterne finalmente godere il lato più artistico legato alla bellezza del segno grafico primitivo e più che mai moderno.2. Seguendo il video, quindi proseguendo per via Ottone Morena si arriverà in via Luigi Cingia, di fronte alla sede della Galleria delle Visioni, dove gli scrittori del gruppo Volatori Rapidi terranno una presentazione del loro nuovo libro “Confini” con una sorta di scambio di pensieri con chi vorrà intervenire.“La partecipazione consisterebbe nel proporre al pubblico delle brevi letture tratte dell’ultima antologia di racconti “Confini” (Domino Edizioni), termine considerato nelle diverse accezioni. Si è pensato di alternare questi brani e brevi componimenti poetici creati appositamente per l’evento e di regalarli al pubblico come cadeaux insieme all’acquisto del volume. Sarà proiettato il book trailer di Confini. L’editrice, Solange Mela, introdurrà gli scrittori intervistandoli sulla loro personale visione della scrittura, interpretata come strumento di condivisione e confronto, e stimolarà il pubblico ad intervenire sul proprio concetto di “Visione”, concetto surreale che dà il titolo alla galleria.Essendo l’evento strutturato come un percorso dei sensi veicolato delle parole, saranno appese citazioni ed high concept lungo lo spazio esterno adibito e, previa vostra autorizzazione, si solleciteranno le persone che varcheranno questo spazio ad esprimersi sul proprio “Confine”, invitandole a lasciarci per iscritto su un album le proprie considerazioni, che saranno pubblicate in seguito sul nostro blog e conservate in originale in Galleria”.
(dall'evento "In ogni senso", descritto dall'amica e Alessandra Locatelli su Facebook)

giovedì 9 luglio 2009

DONNE IN SALOTTO - 2a parte

Sono la prima a salire sul palco, questione di ordine alfabetico. Roberto mi chiama e un po' mi tremano le gambe.

C'è davvero tanta gente, non so quantificare quanti, ma forse duecento, mah??


Ma ci sono delle poltroncine bellissime a forma di cuore!
Roberto ha spiegato che fanno parte di scenografie Mediaset, ma caspit

Un po' di domande... La luna, la mia luna... l'amore... scrittrice o poetessa?? Eh, che dubbi amletici.


Ed eccomi da sola sul palco per mezz'ora...
A parlare di me, delle mie emozioni e a leggere qualche poesia.

Ho scelto, tra le altre, "Le Lacrime del Mare", "Il Presagio", "Punto di non ritorno", "Mi manchi tanto"... ma quello che mi ha lasciato più stupita (e contenta) è stato l'applauso a metà di una poesia... non me l'aspettavo.

Non mi era mai successo. Forse avevo la faccia di chi davvero vorrebbe che gli capitasse un amore del genere e allora la gente ha voluto darmi una speranza ;-).

"L'amore è un leone che si muove spavaldo, non un coniglio spaventato che fugge al primo sparo"
da "Impara ad amarmi"


Mah... che strano... mi sembra quasi.. di avere sognato!

Non so se è perché piace davvero... o forse perché tutti noi abbiamo tanta paura di amare (me compresa), che siamo tutti un pochino conigli in questa epoca...





Poi nella notte...la luna che prima era bella di giorno... è diventata bella anche di notte.
E io ho letto "Ti aspetto sulla luna".

... E se mi cerchi ti aspetto là...


Poi le mie bravissime "colleghe per una sera"

Eccole





Ringraziamenti....






I miei personali al mio gruppo di scrittori Volatori Rapidi che mi hanno supportato in modo commovente in questa avventura, che sono i miei splendidi compagni di viaggio, grazie ai quali due anni fa ho ritrovato la voglia di scrivere. Grazie amici cari, vi voglio bene ed eravate con me a Cattolica!
Poi al Professor Lorenzo Mandarino che da settimane mi omaggia con saggi critici sulle mie poesie che pubblico anche su questo blog.

E uin grazie immenso a Roberto Sarra, persona bellissima e sensibile.
Grande deus ex machina e motore della cultura cattolichina.
GRAZIE ROBERTO, CON TUTTO IL CUORE.

Il prossimo anno sarò giurata al Premio Letterario Internazionale di Cattolica, presieduto dal grande giurista Cesare Rimini.
Ormai Cattolica mi ha adottato e io ho trovato in questa splendida cittadina una famiglia!

GRAZIE CATTOLICA, GRAZIE ROMAGNA!

DONNE IN SALOTTO - CATTOLICA 4 LUGLIO - 1a parte



Ore 21, Piazzetta del Tramonto. Cattolica.

E' la sera della notte rosa e anche in questa bellissima cornice il colore delle donne fa capolino ovunque.



Io mi accorgo che c'è la luna piena, che di solito mi porta molta fortuna...
Ora mi piacerebbe essere...bella come la luna di giorno, com'è ora...



Roberto Sarra, scrittore (consiglio a tutti il suo delicato e prezioso libro "Semplicemente Donne") e presidente dell'Associazione Pegasus, mitico organizzatore e factotum dell'evento dà le ultime direttive.



Saremo in quattro ad alternarci sul palco.
Oltre a me, Lella De Marchi, giovane e talentuosa scrittrice pesarese http://www.lellademarchi.com/index.htm con il suo libro "Racconti nove"


Pierina Dominici, reduce da un premio ritirato niente meno che al Campidoglio, a Roma, autrice di "La metà del cielo".
Dulcis in fundo l'amica poliedrica scrittrice, giornalista, membro della giuria del Premio Lunezia, finissima poetessa Marina Pratici con il suo "In trina di parole .. e bisbigli di rose".

La gente comincia a sedersi, sono un po' emozionata.

Le sedie sono tutte occupate, bene, già sessanta persone... ma in fondo ci sono muretti, altri posti a sedere... mamma mia, c'è una folla... ce la farò?

Al piano Raffaele Mirabella, collaboratore di grandi musicisti come Ivan Graziani.


Rita Catucci inizia con la sigla della Notte Rosa, scritta dal Maestro Mirabella e da Roberto Sarra.
Si comincia!!!

mercoledì 8 luglio 2009

LA NOTTE ROSA








Ho passato cinque giorni bellissimi.
Non so da dove iniziare a raccontare...

Allora partiamo dalla Notte Rosa in generale.

E' la festa della Romagna, il capodanno dell'estate, il primo week end di luglio.

Tutta la costa si tinge di rosa, luci, palloncini, magliette, striscioni, fiori, cappellini, fiocchi di tulle che adornano alberghi, negozi, la spiaggia, le fontane...

E due milioni di persone impazzite festeggiano come a Rio de Janeiro. Mitici Romagnoli, se non ci fossero bisognerebbe inventarli.

Quest'anno il carnet degli appuntamenti era molto fitto.

C'erano il "mio" Vinicio Capossela e Fiorella Mannoia a Rimini, Battiato a Riccione, Arisa a Bellaria... e feste ovunque, parate aeree, mostre di pittura, scultura, incontri di letteratura, di cucina, fuochi d'artificio... e talmente tanto altro che non lo ricordo neppure...

E tanti stranieri come non se ne vedevano da tempo.
Una grandissima festa... a cui ho partecipato anch'io nell'ambito letterario, ma vi rimando al prossimo post ;-)!!!
P.S. Merito una citazione dall'assessorato al turismo della Romagna!!

lunedì 29 giugno 2009

Premio a Napoli - Raccolta di poesie opera prima

Ho appena saputo di aver vinto la XXIII edizione del Premio Internazionale di Poesia e Letteratura "Nuove Lettere" per la sezione "Raccolta edita di poesie - opera prima" con il mio libro di poesie "Come la luna di giorno come la luna di notte" (Lir Edizioni).

La cerimonia di premiazione si terrà domenica 5 luglio alle ore 17 e 30 presso la Sala "Gabriele D'Annunzio" presso l'Istituto di Cultura di Napoli in Via Bernardo Cavallino 89 ("La Cittadella") a Napoli.

A presto per i dettagli.

mercoledì 24 giugno 2009

Giusy alla Notte Rosa


Ebbene sì, è questa la sorpresa che ho in serbo da giorni.

Parteciperò alla Notte Rosa della Riviera Romagnola!!!

Per me è una grande soddisfazione.

Ringrazio pubblicamente Roberto Sarra e l'Associazione Pegasus dell'invito, il Comune di Cattolica e tutti coloro che davvero stanno trasformando questa bellissima cittadina in una fucina di cultura e di letteratura in particolare!


Il vestito rosa ce l'ho!!

Per il resto, sarà una sorpresa.

Sono felice di ritrovare Marina Pratici, delicata e sensibile autrice che ho avuto il piacere di conoscere nell'aprile scorso e il Prof. De Simone, illustre cattedratico di Urbino.

Caspita, mi tremano già le gambe.

E poi ci sarà anche il maestro Mirabella, che è , tra l'altro, l'autore della siglia della Notte Rosa 2009 assieme a Roberto Sarra, musica che sarà diffusa per tutta la Romagna, dall'Aquafan a tutte le spiagge. W la Romagna, mia nuova terra adottiva!!!

Presentazione del libro "Confini" a Palazzo Galli

Riporto il reportage della serata che ho scritto per il sito del mio gruppo "Volatori Rapidi" (con aggiunte e revisioni delle mie carissime amice Alessandra e Doriana)

La serata di venerdì è stata davvero indimenticabile.

Eravamo tutti molto emozionati all’idea di ripresentarci nella nostra città con il nostro nuovo libro “Confini” (Domino Edizioni) , che arriva un anno e mezzo dopo il nostro “primogenito” 1995 km da Santiago.

La cornice era prestigiosa: Palazzo Galli, l’antico palazzo di Via Mazzini, sede ora di convegni e mostre di grande rilevanza.

La sala che ci ha ospitato, quella dei Depositanti, è davvero splendida e durante le prove abbiamo avuto modo di ammirarla in tutto la sua bellezza anche di giorno.

Dalle 20 e 30 in poi uno schermo vicino al palco proiettava a ciclo continuo il book trailer di Confini realizzato da Solange Mela. Frasi estrappolate dai racconti e immagini ispirate ad essi si alternavano o si sovrapponevano, in una sequenza davvero suggestiva, come la musica di sottofondo.

Ecco, l’Inizio!

Davanti ad un pubblico numerosissimo oltre le aspettative la serata si è aperta con un intervento teatrale del nostro mitico volattore, Federico Puorro, che ha drammatizzato il suo racconto ” A volte basta un grazie” con la collaborazione del piccolo Eugenio Affaticati. Il clown e il bambino, in un dialogo comico ma anche commovente, arricchito da effetti scenici e costumi degni di un teatro, sono stati davvero un prologo molto originale ed apprezzato dal pubblico. Grande Federico, per la prima volta nelle sue vesti di scena per i Volatori. Grazie!

La serata è poi continuata con la presentazione vera e propria.In rappresentanza dei Volatori e in veste di coordinatrice degli interventi della serata una spigliatissima ed elegante Alessandra Locatelli ha saputo intrattenere i presenti con disinvoltura e raccontare con l’ausilio di alcune immagini proiettate sullo schermo la nostra storia da Volo Rapido 2007 ad oggi (a cura di Francesco Danelli) ed ha invitato il pubblico a lasciarsi condurre in un “viaggio nelle parole” alla maniera volatoria.

La parola poi è passata a Solange Mela, la nostra editrice, che ha parlato del progetto “Confini”, della nuova sezione della Domino Edizioni “Mosaici”, creata appositamente per l’uscita del libro dei Volatori e del suo incontro con questo insolito gruppo di scrittori (come ci ha definito un giornale).

Poi i due ospiti d’onore della serata: il celebre scrittore e critico cinematografico Pino Farinotti e sua moglie Daniela Azzola, editor della Mondadori e grande donna di lettere.

Pino con la sua solita verve ha ricordato l’incontro del martedì precedente, alla Libreria Rizzoli, in Galleria a Milano, in cui ha presentato il suo ultimo romanzo “Quarto Ordine” facendo conoscere al pubblico milanese i Volatori Rapidi alla presenza di grandi personaggi come, ad esempio, Andrea Pinketts (presto sul sito anche le foto di questo incontro milanese). Ha introdotto “Confini” di cui ha letto tutti i racconti e ci ha voluto dedicare parole di grande apprezzamento, di cui siamo molto orgogliosi e che terremo nel nostro ricordo come stimolo ad andare avanti nella nostra carriera.

Daniela Azzola è entrata poi nel cuore di Confini, leggendo le prefazioni di tutti gli autori e chiamandoli uno ad uno sul palco.

Una sopresa piacevole per tutti noi. Facendo tesoro della sua esperienza di editor e di grande esperta di letteratura ha fatto un gioco: ha accostato i nostri racconti e i nostri stili a personaggi famosi della letteratura.

Sono tre giorni infatti che ce la stiamo “tirando” molto… consapevoli però che è solo un modo per interpretare il nostro stile…

Ad ogni modo… pur con le dovute differenze di livello artistico, ecco gli accostamenti. A momenti volavamo tutti giù dalla sedia per l’emozione!

Emanuela: Dacia Maraini, per la scrittura intimista ed il tema della memoria che lega due donne

Giusy: gli scrittori russi in generale, in particolare Gogol e Bulgakov, per lo sguardo particolare sulla vita, in questo caso usando gli occhi di un uomo

Angelo: Marinetti e Bukowski, per la modernità del tratto, e l’uso coraggioso delle parole

Pietro: Alice nel Paese delle Meraviglie e Hemingway (il migliore, quello dei racconti), per il taglio acuto con cui entra subito nella storia

Sergio: Piero Chiara, per l’ironia e la spigliatezza

Francesco: Georges Simenon, perchè è un vero giallista di classe

Agostino: lo stesso Farinotti (che è sceso dal palco per complimentarsi con lui per il suo stile e il suo racconto), perchè è “un genio”

Chiara: Marguerite Duras, soprattutto ne “L’amante”, per la delicatezza della scrittura

Alessandra: Virginia Woolf e Michael Cunninghum di “Le Ore”, per lo stile che alterna punti di vista di personaggi complicati in un “quasi romanzo”

Betty: due film, Chocolat e il Pranzo di Babette, per la descrizione alchemica dell’atmosfera della storia, che prende vita in una sola stanza, la cucina

Federico: Charlie Chaplin, “Charlot”, per la comicità e l’amarezza sapientemente fuse

Doriana: Karen Blixen, per la profondità dei contenuti e l’indagine di una donna dalla forte personalità

Monia: Doris Lessing, per la ricerca dell’autenticità resa attraverso la metafora del viaggio

Ottavio: Cesare Pavese e la letteratura americana, perchè è in grado di parlare di temi sociali non facili partendo da un semplice oggetto neutro

Melissa: definito un gioiello il suo breve racconto noir, finestra su mille scenari possibili. Lo stile è stato accostato a quello di Oriana Fallaci

Luigi: accostato ai film di Tarantino per l’atmosfera e a Dostoevskij per la scrittura precisa e attenta

Pino Farinotti interveniva ogni volta con interventi ad hoc.

A questo punto eravamo tutti svenuti. Infatti faccio fatica a ricordarmi il resto della serata.

Scherzo. A chiudere ancora il grande Volattore Federico assieme al piccolo Eugenio con la parte finale del suo monologo, conclusasi con le parole “A volte basta un grazie”.

Sul palco poi la grande organizzatrice della serata, Emanuela Affaticati che ha ringraziato in nostri sponsor, che cito anche qui: le cantine di Vicobarone, il nostro mitico Cristiano Silva di Codogno (chiusure industriali, serramenti e rivestimenti) già nostro sostenitore al Festival Di Mantova E LA BANCA DI PIACENZA CHE CI HA MESSO A DISPOSIZIONE UNO SPAZIO COSI’ IMPORTANTE.

Al termine Pino Farinotti ha consegnato ad ognuno dei Volatori una copia con dedica personalizzata del suo “Quarto Ordine”, di cui Francesco Danelli ha letto al pubblico l’incipit.

Dopo i ringraziamenti a tutti i protagonisti della serata, compreso il “ladro di anime”, l’impareggiabile fotografo personale dei Volatori Nicolò Morales, tutti al rinfresco finale con i vini di Vicobarone a farla da padroni.

E adesso, dopo tutte queste emozioni… i Volatori ancora in volo, cercate di non perderli d’occhio.

Nel mese di luglio su LIBERTA’ con i loro racconti ispirati allo sbarco sulla luna del luglio 1969
Il 17 luglio a Casal Monferrato un’altra presentazione del nostro libro
Il 18 luglio a Lodi, alla notte Bianca presso la Galleria Visioni, parteciperemo con le parole di Confini ad un originale “percorso dei sensi”
Il 31 luglio a Piacenza, nelle strade del centro, nel corso dei venerdì piacentini dedicati alla cultura, proporremo un reading innovativo
E per l’autunno abbiamo in serbo altre sorprese… bolognesi!

Non perdeteci di vista e… a tutti coloro che erano presenti ( vorrei citare, tra tutti, i nostri amici della scuola di scrittura creativa con i mitici prof Linda Fava e Adriano Haber- arrivato addirittura per l’occasione da Torino- e Barbara Garlaschelli) un sincero GRAZIE!

Alla fine un augurio molto particolare ad ognuno di noi da parte della nostra editrice:

”Che tu possa trovare la strada per la fine del vento.”

lunedì 22 giugno 2009

I Volatori presentano il loro ultimo libro


Ecco l'articolo sulla presentazione del nostro ultimo libro a Palazzo Galli, il 19 giugno.

sabato 20 giugno 2009

importanti novità...

In questi giorni sono successe tante cose, molto belle.
Ieri 19 giugno la presentazione a Palazzo Galli di Piacenza del nuovo libro dei Volatori Rapidi (di cui faccio parte) "Confini".
Una bellissima serata con ospiti prestigiosi quali Pino Farinotti, il famoso critico cinematografico e scrittore di successo (due giorni prima eravamo stati suoi ospiti alla Rizzoli di Milano per la presentazione del suo ultimo romanzo "Quarto Ordine"), Daniela Azzola, la nostra editrice Solange Mela.
E poi lo spettacolo di Federico Puorro, il mitico Volattore, la disincoltura della mia amica Alessandra Locatelli...
Troppo per essere banalizzato in poche righe qui.


Quando avrò più tempo, cari amici che ogni tanto sbucate qui, vi illustrerò il tutto con foto e dovizia di particolari.

Nel frattempo vi rimando al sito ufficiale dei Volatori: wwww.volatorirapidi.wordpress.com.
A presto con tantissimi anticipazioni sull'estate, una... molto molto ROSA!!!!!!
Una sorpresa!!!

(continua)

sabato 13 giugno 2009

i saggi critici del Professor Mandarino

Ho l'altissimo onore di letture critiche delle mie poesie da parte dello scrittore Prof. Mandarino di Napoli.
Da oggi, fino a quando vorrà onorarmi del suo interesse le propongo sul mio blog man mano, non essendo sicura di meritare un simile privilegio da parte di una penna così prestigiosa come la sua.

Le lacrime del mare

La bottiglia iniziò a navigare
verso paesi lontani.
I marinai tiravano sassi
per giocare e romperla,
qualcuno con un amo
cercava di afferrarla,
ma bisognava sporgersi troppo.
In realtà bastava che una barca
si avvicinasse alla sua semplice rotta
e che un uomo
la prendesse con una mano.
Ma il comandante ordinò

di passare avanti,
c’era un branco di pesci da pescare
e poi forse c'erano
le solite frasi sul messaggio:
“Un amore perduto,
la preghiera di un ritorno
il desiderio di un regalo speciale.”
Nulla che non si potesse
urlare al cielo
o sussurrare in una preghiera.
Così la missiva del naufrago
continuò a galleggiare
tra le onde, sempre più alte,
finché si infranse contro uno scoglio
e la carta si intrise
di acqua e di sale,
le lacrime del mare.

Giusy Cafari Panico





E' il canto della solitudine e dell'indifferenza altrui per ciò che ciascuno di noi si porta, dolore o gioia, angoscia, disperazione o speranza, racchiuso nella propria "bottiglia" in navigazione sul mare della vita.
Ma è anche il disprezzo dei "marinai" che tentano di romperla, o, indifferenti, "passare avanti" perchè "c'era un branco di pesci da pescare", cose più concrete e solide di una "bottiglia" che può contenere banali frasi di amore, che non possono, né devono fermare attività che riempiono la vita di frenesia e di lucro.
La nostra bottiglia affidata al mare contiene soltanto preghiere inascoltate, anche se urlate e la richiesta di amore, che nessuno offre, perché "lontano" o addirittura inesistente, al quale la vita con la sua durezza offre "lo scoglio" contro il quale va ad infrangersi.
L'unica consolazione è il mare che accoglie la disperazione e l'amarezza del messaggio rovinato nelle sue acque salate e confuso, ora, con esse. Il mare qui è la natura che partecipa alla sofferenza degli uomini o il Dio che attende il disastro provocato dalle angosce della vita per poterne essere partecipe e condividerle?

(commento a cura di Lorenzo Mandarino)

domenica 24 maggio 2009

Conversazioni con Alessandra

Biblioteca del Liceo, via Giovanni XXIII n.7, Codogno
http://www.assoscirocco.it/images/aperitivi_culturali_MAGGIO_2009.pdf



Giovedì 7/05/09 h.18.00
Scirocco: l’associazionismo giovanile oltre il liceo
Diana Lucia Medri (ex studentessa Liceo Scientifico), studentessa di lingue all’Università di Parma, membro dell’Associazione Scirocco


Giovedì 28/05/09 h.18.00
Ispir-azione, passione, lavoro. Conversazioni sulla creatività
Alessandra Locatelli (ex studentessa Liceo Scientifico), psicologa e scrittrice, dialoga con Giuseppina Cafari Panico, poetessa


Ingresso libero.
Al termine delle conferenze
aperitivo con rinfresco.

sabato 16 maggio 2009

Poesie ....

Ho scritto queste poesie per il programma Penelope... ma non sono su commissione.

Sono due temi, quello della maschera e quello dei libri, che sento profondamente nella mia anima.
La maschera poi, da qualche tempo mi ossessiona...


La maschera

La maschera è tutto quello
che vorresti essere?
O tutto quello che sei
e fingi di non essere?
Se piangi nessuno ti vedrà.
Puoi anche ridere del mondo,
indisturbata
mentre passano
persone e luoghi e stagioni
dentro il rimmel disegnato sui tuoi occhi,
e il rosso sulle labbra,
divisa di caccia o di prigionia
è uguale a ieri, uguale a domani…



Libri

Portatemi lontano.
in mondi irraggiungibili,
datemi vite che non potrei mai vivere
fatemi dialogare con persone
che mai potrei incontrare
se non viaggiando
qui seduta con in grembo
il mio amico più caro.

Regalatemi sentimenti
che non ho mai provato
E presagi di quelli che provero.
La trasgressione che non oserò mai,
il lato oscuro che nessuno vedrà,
lo specchio dei momenti sereni
e quello dei giorni cupi…

Tutto ciò che è impossibile
Tutto ciò che è riposo dell’anima
In vacanza dalla vita.

Milioni di macchie sui fogli di neve
Incomprensibili giochi di umani

Figli di carta
che tramandano il mondo
come creature viventi,
spicchi del frutto della conoscenza,

Salvezza e dannazione,
nel viaggio fantastico
dell’eterna memoria dell’uomo.