domenica 26 aprile 2009

Ciò per cui cui vale la pena scrivere...

sono le emozioni che talvolta riusciamo a suscitare nelle persone, specialmente in quelle più sensibili.
Voglio condividere le bellissime parole che il Prof. Lorenzo Mandarino, autore di "Quel giorno,i giorni" e vincitore del terzo premio di Narrativa a Cattolica ha avuto la bontà di scrivermi dopo aver letto il mio libro di poesie.
E' sicuramente "troppo", ma è un grande incentivo per me per continuare a lasciare tracce delle mie emozioni sulla carta...
Grazie di cuore, carissimo Professore.


"Questa tua poesia canta l'inafferabilità dell'essere, la pura gioia dell'esistenza, la contemplazione del dono della vita.

E', proprio per questo, la ricerca dell'altra parte di te stessa, il canto di disperazione per averla smarrita e di gioia per averla ritrovata e poi della delusione di averla ancora smarrita, tuttavia carica della speranza di ritrovarla di nuovo.

E' come una preghiera a Chi l'esistenza l'ha creata dall'infinità dei secoli, a Colui il Quale esaudendo la preghiera di Adamo di liberarlo dalla sua solitudine lo ha diviso in due per poter perpetuare la vita.
Ma ora Adamo, come te, grida per poter ritrovare la sua parte mancante e, dopo averla ritrovata, la vuole perdere per poterla godere insieme.

Altro che sesso in questo mondo che ha occhi aperti dappertutto, scruta con strumenti sofisticati, ma ha occhi spalancati sulle tenebre.

Nella tua disperata lotta, come quella di Giacobbe con l'angelo, non sono braccia di uomo che invochi, ma il senso profondo della vita.

Si sente come in una struggente preghiera il grido del Salmo: "Dal profondo grido a Te, Signore..." Un Dio lontano e presente.

(Lorenzo Mandarino)

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