mercoledì 8 aprile 2009

IL MIO ABRUZZO

Mi sento molto partecipe di quello che sta succedendo in Abruzzo.
Metà del mio sangue viene da lì.
Non proprio dall'Aquila, ma da Ortona Mare (vicino a Pescara) e San Valentino in Abruzzo Citeriore (il paese italiano con il nome più lungo) nel Parco della Majella, i luoghi natìi dei miei nonni materni.

E' da quando sono nata che ho il mito del popolo abruzzese "Forte e gentile".
Negli anni scorsi sono andata a ritrovare le mie radici, provando un senso di appartenenza che non ho mai provato in vita mia.

Per questo soffro particolarmente per le ferite alla "mia" terra.
Conosco però il popolo fiero, la razza sannita indomita, quella delle Forche Caudine.
L'onestà. La cordialità del Sud e la riservatezza del Nord che li contraddistingue.
Ce la faranno. E dobbiamo tutti aiutarli.
Mi raccomando. In tutti i modi possibili.

Dato che questo è il mio blog poetico...
Al mio adorato Abruzzo questa poesia che scrissi anni fa nel mio viaggio sulle orme dei miei nonni....


Vento d’Abruzzo
(estate 2005)


Vento d’Abruzzo,
vento natio,
brezza fresca
sferzante di freddo
anche nell’ora più calda

Eccomi, mi hai chiamato.
Ero lontana
e ora son qui.

Parlami con i sussurri
del sangue
di chi non ho mai conosciuto.

Portami le speranze
di chi si è immerso
con povere vele
in questo mare lucente.

Mostrami i baci e gli sguardi
impauriti
delle mie ave zitelle
dagli occhi brillanti
e poco casti,
il bianco e nero
delle loro vite
e delle loro fotografie.

Raccontami
i porti d’approdo
dello zio marinaio
bello e sfrontato
con le donne prosperose
a lui avvinte
e un po’ unte
dalla sua brillantina.

Regalami l’ironia pungente
e l’avventuroso fatalismo
della tua gente
martoriata dalle bombe
e dalla terra sassosa e ballerina.

Riportami per un attimo
la severa figura di mio nonno
e il suo sguardo onesto
e penetrante,
i suoi sogni di bambino
qui a guardare questo mare
e le sue valigie sempre
da fare.
A sfidare il mare.
E la guerra.

Sento la sua nostalgia
feroce come la nebbia
della mia
della sua
nuova terra
e la sento un po’ anche mia.
Perché atroce è la malinconia
di chi vive in luogo
senza radici.

O vento della mia sconosciuta terra,
nato dalle montagne
della selvaggia Majella,
accarezza il mio volto
e le mie lacrime
di una vita lontana da te,
lontana dal mio vero
autentico sangue.

Sento un profumo nell’aria
E’ profumo di me,
della mia parte migliore
sempre pronta a partire,
sognare, esplorare
come i miei antichi paesani
che solcavano questo mare
per approdare in terre lontane.

Solo qui lo sento,
solo qui mi sento a casa.
Finalmente.

Anch’io di qui partirò
dopo essermi tanto arenata
e la vita navigherò
dissotterrando le ancore
troppo a lungo
fermate.

Vento d’Abruzzo,
portami lontano.
Ma che possa un dì ritornare.


Giusy Cafari Panico

1 commento:

  1. Speriamo che il vento d'abruzzo possa far tornare la speranza...

    Giovanna

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