lunedì 3 dicembre 2012

Dedicato a Dario Ghiringhelli

Ho appreso poche ore fa dell'improvvisa scomparsa di Dario Ghiringhelli, prolifico e fantasioso giallista legnanese. Avrei dovuto essere la sua relatrice durante la rassegna letteraria Worldbook, che si terrà tra due week end a Cattolica. Ho scritto per lui ben dieci recensioni sul portale www.vogliadilibro.it., che già da ora lo ricorda in home page.
Avevo avuto occasione di conoscerlo personalmente. Avevo parlato con lui pochissimo tempo fa, riscontrando in lui un'incredibile voglia di scrivere. E di vivere.
Sono profondamente addolorata, perché quando leggi tanti libri di uno stesso autore, e per di più con uno sguardo critico, un po' riesci a "leggere" anche l'uomo. E leggendo tutti, ma proprio tutti, i gialli di Ghiringhelli, avevo intuito tra le righe un signore d'altri tempi, un uomo garbato e gentile, una mente fertile, che riusciva ad ambientare tutti i suoli libri ogni volta in un contesto diverso. Dai palcoscenici teatrali al mondo del calcio, da un liceo classico al Palio di Legnano. 
Come farò senza il "mio" Commissario Del Vecchio, il suo protagonista, sempre alle prese con le sue indagini meticolose e i suoi interrogatori vecchio stampo? Mi sembrava di essere partecipe anch'io delle sue disavventure.
Al Worldbook, sabato 15 dicembre, ci sarà un omaggio e un ricordo alla sua memoria, alle ore 22 e 15. Ci sarò anch'io, con grande emozione. 


Caro Dario, non finisce qui: La ritroverò sempre nei Suoi libri.
Questa è la recensione che scrissi per il libro di cui avremmo dovuto parlare assieme a Cattolica. Gliela dedico con tanto tanto affetto. 
E' il mio modo per dirLe che mi manca già.


UN RICORDO PER MIO PAPÀ (Recensione di Giusy Cafari Panico)

Il nuovo romanzo di Dario Ghiringhelli accoglie i lettori in modo rilassato e conviviale: nel bel mezzo di una rimpatriata goliardica di vecchi amici la cui sommatoria delle risultanze anagrafiche prima ammontava a due cifre e ora a tre. È delizioso ascoltare, quasi di soppiatto, le chiacchiere di questi tre secondotempisti - azzeccata definizione dell’autore, mutuata da una canzone di successo - alle prese con un presente in cui si sono adattati con facilità (utilizzano persino facebook), ma che giudicano con simpatico senso critico e disincanto, ricordando i loro anni ruggenti e le numerose conquiste femminili dei bei tempi
Un avvenimento insolito, legato a una strana presunzione di paternità di uno dei tre, ci allerta improvvisamente, facendoci ricordare che ci troviamo nell'imprevedibile mondo di Ghiringhelli, dove in ogni attimo, in ogni luogo, si cela un caso poliziesco.
Torna quindi padrone indiscusso della scena l’infallibile Commissario Del Vecchio, ancora più riflessivo e meticoloso del solito, insuperabile scacchista del crimine. Affiancato dal fido agente scelto Settimelli e dall'inedita squadra investigativa dei brillanti e ancora scanzonati ex compagni di gioventù, l’affascinante commissario indaga nei meandri delle vite delle donne coinvolte, accomunate da un passato drammatico e inconfessabile, fino ad arrivare a quella che egli stesso definirà la radice del male.
Forse una delle migliori prove “in giallo” di Ghiringhelli , che, di romanzo in romanzo, matura una crescente e sbalorditiva abilità nell’incastro perfetto degli indizi e nella capacità di offrirli su un piatto d’argento ai lettori, senza per questo far loro intuire minimamente, fino alla fine, chi è l’assassino.
Qualità che lo rendono uno dei più interessanti e geniali costruttori di trame tra gli scrittori di genere.


E, qui di seguito, la mia ultima, di poche settimane fa al suo nuovo, delizioso libro: Veleni di Colore Candido. Un consiglio per chi non ha mai avuto piacere di conoscere Dario Ghiringhelli.

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