venerdì 14 ottobre 2016

IL 15 E IL 16 OTTOBRE 25 ORE CONSECUTIVE DI POESIA A PIACENZA- LA PIUMA SUL BARATRO -ARTICOLO SU PIACENZA MUSEI

Manca pochissimo e la Piuma sul baratro (il simbolo scelto per il titolo di una grande manifestazione di poesia a piacenza - una 25 ore di lettura - notte compresa - per salvare dalla chiusura il Piccolo Museo della Poesia, unico in Europa) sta per soffiare...
Ecco un altro contributo sulla carta stampata. Un articolo sulla prestigiosa testata museale "Piacenza Musei con un mo articolo riguardante il piccolo museo della poesia e la manifestazione.






Ecco le parole del direttore del Piccolo Museo della Poesia di Piacenza

"A Piacenza, nella splendida cornice di Piazza Duomo, i prossimi 15 e 16 ottobre, avrà luogo un evento che, per fondamenti e dimensioni, non ha precedenti nella Poesia italiana. 25 ore di letture di poesie ininterrotte. 104 Poeti, oltre 600 poesie, 101 lettori, tra poeti, attori professionisti, critici letterari, studenti, provenienti da 14 Regioni italiane; Sicilia e Sardegna incluse.
La Kermesse, prioritariamente, è rivolta a scongiurare la chiusura del Piccolo Museo della Poesia di Piacenza; unico Museo della Poesia in Europa. Nel solco di una sussidiarietà che assuma su di sé l’onere di strenua difesa della cultura e dell’arte.
L’Istituzione museale di Piacenza, di natura privata, non ha scopi di lucro: l’accesso è totalmente gratuito, “… si paga ciò che utile, mai ciò che si rende necessario” la collezione, prevalentemente centrata sul Novecento italiano.
Il Museo, tenacemente voluto dal suo ideatore e direttore Massimo Silvotti (il Comitato Scientifico è presieduto da Guido Oldani, poeta e ideatore del Realismo Terminale), nasce dall’idea che da un piccolo sasso lanciato in uno stagno, possano nascere infiniti cerchi concentrici, ognuno dei quali, a sua volta, foriero di idee e suggestioni.
In poco più di due anni di attività le aspettative hanno di molto superato i più rosei auspici. E la collaborazione delle più prestigiose Riviste letterarie coeve (Kamen, Anterem, Incroci, Quaderni di Arenaria), di Associazioni culturali, di Premi letterari a carattere internazionale, di Case editrici afferenti alla poesia, da tutta Italia, ne sono la dimostrazione più tangibile. A reading concluso, potrebbe non essere considerata pletorica l’affermazione che il Museo della Poesia si pone, oggi, al centro del variegato, e un po’ sfilacciato, mondo della Poesia contemporanea italiana. Ma come si diceva, la “25 ore di Piacenza” ha l’ambizione del respiro lungo, e chiarito il punto di scongiurare la chiusura di questo autentica piccola chicca emiliana, il filo del ragionamento ritorna al fulcro culturale di questa kermesse. Partendo da un assunto, che non possa darsi poesia, laddove non affiori una comunanza quasi simbiotica tra la stessa e la realtà circostante. Il primo Novecento, a partire dal Futurismo, ha decretato in maniera incontrovertibile di questa relazione inscindibile; ed oggi, di fronte alla società liquida, agli enigmi culturali, agli esodi e inurbamenti epocali, forse si richiede alla poesia un nuovo linguaggio. In Piazza Duomo, da questo punto di vista, ma qui siamo nel campo degli auspici, potrebbe forse scaturire, naturalmente, una riflessione …. Una sorta di Torre di Babele all’incontrario che anziché confondere e disorientare, avvii un nuovo linguaggio poetico che unisca i talenti."

I Poeti della 25 ore di Piacenza:
Gian Pietro Lucini Filippo Tommaso Marinetti Ardengo Soffici Carlo Carrà Enrico Pea Umberto Saba Guido Gozzano Piero Jahier Corrado Govoni Clemente Rebora Aldo Palazzeschi Arturo Onofri Dino Campana Vincenzo Cardarelli Giovanni Boine Camillo Sbarbaro Giuseppe Ungaretti Biagio Marin Eugenio Montale Giacomo Noventa Carlo Betocchi Sergio Solmi Salvatore Quasimodo Sandro Penna Cesare Pavese Leonardo Sinisgalli Alfonso Gatto Roberto Rebora Attilio Bertolucci Giorgio Caproni Vittorio Sereni Piero Bigongiari Mario Luzi Alessandro Parronchi David Maria Turoldo Franco Fortini Tonino Guerra Giorgio Orelli Andrea Zanzotto Pier Paolo Pasolini Luciano Erba Maria Luisa Spaziani Roberto Roversi Cristina Campo Paolo Volponi Giovanni Giudici Eugenio Miccini Elio Pagliarani Pier Luigi Bacchini Arrigo Lora Totino Franco Loi Meteen Nasr Amelia Rosselli Edoardo Sanguineti Alda Merini Giovanni Raboni Sandro Boccardi Antonio Porta Elio Pecora Edgardo Abbozzo Valentino Zeichen Lucio Zinna Nanny Cagnone Paolo Valesio Emilio Isgrò Rodolfo Quadrelli Maurizio Cucchi Viviane Lamarque Lino Angiuli Patrizia Cavalli Mauro Macario Daniela Quieti Flavio Ermini Diana Conti Edmondo Busani Milo de Angelis Gian Carlo Pontiggia Giuseppe Langella Marco Furia Haidar Hafez Nicoletta Di Gregorio Patrizia Valduga Giancarlo Baroni Daniela Marcheschi Aida Maria Zoppetti Omar Galliani Remo Pagnanelli Giorgio Bonacini Amedeo Anelli Margherita Rimi Rosa Pierno Gabriele Zani Davide Rondoni Valentina Neri Tiziana Gabrielli Viviana Scarinci Rita Filomeni Edoardo Callegari Nello Vegezzi Edoardo Lazzara Pino Ballerini Ferdinando Cogni Guido Oldani     



martedì 23 agosto 2016

27 agosto 2016: Dalle radici al cielo. Un viaggio alle origini dell'uomo e della storia. Voci e suoni in un luogo tra i più antichi e suggestivi dell'Occidente



Tra pochi giorni saremo (mio marito Corrado Calda ed io) in Sardegna, in un luogo belllsimo e antico, sorto ai primordi della storia per mano di una civiltà antichissima e misteriosa, un nuraghe.
L'occasione ci è stata data dall'amica e artista a 360 gradi Valentina Neri, poetessa e donna di pittura e di arti figurative e non solo, del Grimorio delle Arti.
L'abbiamo conosciuta grazie al Museo della Poesia di Piacenza, di cui sono direttrice artistica, e lei ci ha parlato di questo insolito e magico appuntamento e ci ha invitato a partecipare, io in veste di poetessa e Corrado di attore. Il titolo della manifestazione porta il nome del mi libro "Dalle radici al cielo" e di questo sono molto felice e ringrazio dell'onore Valentina e gli organizzatori. Tengo particolarmente anche ad un intervento che farò sulle parole degli indiani d'america, popolazione che mi sembra altamente connessa con l'ancestralità della situazione e la magia di un luogo antico e pieno di suggestioni primitive e sacre.
Corrado farà esordire un suo progetto legato alla figura di San Francesco, uomo di collegamento tra terra e cielo per eccellenza.
Che dire: amici che siete in vacanza nelle bellissime spiagge sarde e amici di questa terra meravigliosa in cui non sono mai stata... vi aspettiamo per un evento di sicuro unico e ricco di una spiritualità antica. Un viaggio nel mistero e nel cuore antico dell'umanità.



Dalle Radici al Cielo
La poesia ancestrale tra Natura, Corpo e Parola.



Luogo: Nuraghe Arrubiu – Loc. Orroli
Data: 27 agosto 2016 - ore 20.30


Nel suggestivo contesto del Nuraghe di Arrubbiu, questo 27 agosto, si susseguiranno alcune delle voci e delle personalità più interessanti provenienti da varie regioni italiane, a partire dalle 20:30.
Non si tratterà solo di poeti, ma anche di artisti, professori e studiosi.
Il nuraghe ospiterà un evento unico, in cui ognuno degli ospiti darà il suo contributo usando le parole, la voce e il corpo per creare un momento di confronto e di condivisione sul tema comune della natura, dell'ancestrale e del selvaggio.
L'evento è organizzato dall'Associazione Culturale Il Grimorio delle Arti. La direzione artistica è a cura di Valentina Neri.

L'ingresso, che comprende la visita guidata al nuraghe di Orroli, costa € 10,00. Per info cena e pernottamento eventuali scrivere a valenneri@tiscali.it.


IL PROGRAMMA: 

Carezze leggere di vento e pietra (Rossana Mele)
Spettacolo di danza ideato e interpretato da Rossana Mele

Essere selvaggio: l’apporto di Gary Snyder (Gianfranco Bertagni)

L'intervento si concentrerà sulla nozione di selvatichezza nella poesia e nella produzione saggistica di Gary Snyder, poeta, filosofo, ecologista, buddhista zen, vicino alla beat generation. Selvatichezza nel duplice senso, interiore ed esteriore. Ritorno quindi a una natura incontaminata, anche dallo sguardo umano. E ritorno alla propria selvatichezza interiore, di un'animalità che trasfiguri il proprio sentire in ciò che non inquini più, con la sua presenza, il suo essere abitante della natura stessa. Ma è un'abitazione di noi stessi di cui oramai siamo dimentichi: è quindi ritorno, anche e soprattutto, al nostro mistero originario.


Le parole del Grande Spirito (Giusy Cafari Panico)

La tradizione orale, il linguaggio archetipico e totemico, la profondità e la purezza della filosofia pellerossa nei discorsi dei grandi capi e delle figure più autorevoli di alcune tribù dei nativi americani, rappresentanti di una cultura arcaica strettamente legata alle forze primitive dell’Universo.
Per gli Indiani d’America la Natura era un tempio da rispettare, la Terra una madre generosa e sacra, gli animali messaggeri del Grande Spirito e incarnazioni degli Antenati. Le parole di questo grande popolo, annientato dalla conquista europea, risuonano ancora di bellezza e armonia del Creato.


Francesco D’Assisi: un hippie medievale (Corrado Calda) 

La figura di San Francesco tra cinema e teatro: “Portava un abito sudicio; la persona era spregevole, la faccia senza bellezza. Eppure Dio conferì alle sue parole tale efficacia che molte famiglie signorili, tra le quali il furore irriducibile di inveterate inimicizie era divampato fino allo spargimento di tanto sangue, erano piegate a consigli di pace”.


Su Càntidu de is Mamais Antigas (Anna Cristina Serra)

Non conosce confini né di tempo né di luogo il canto delle Antiche Madri custodi amorose di percorsi in divenire dei loro figli e della loro Terra. A Orroli, Uno dei nostri Luoghi più magici, attraverso la parola ancestrale in lingua sarda, il loro Spirito si fa voce di Poesia. 


Dalle Radici al Cielo (Giusy Cafari Panico)

Lettura di liriche tratte dalla raccolta di poesie “Dalle Radici al Cielo” in cui domina il simbolismo potente connesso alla sacralità dell’Albero e dei suoi archetipi universali, che rinnovano la sorgente della vita e l’irradiazione delle nostre origini ancestrali nei rami genealogici, fioriti in un percorso evolutivo di spazio e tempo. I molteplici rimandi originati da questi versi associano le forme di una terrestre materia a quelle di una celeste ascensionalità.


Contos in Rima (Giovanni Pira)

Sembra giungere da un mondo misterioso e magico la singolare voce poetica di Giovanni Pira. Cantore della sua terra, la Barbagia e Orgosolo, racconta in logudorese, e ancor più nella lingua del suo paese natale, gli aspetti significativi delle stagioni della vita. Amore, famiglia, natura con i paesaggi spettacolari del Supramonte, tra profumi, colori, immensi spazi e silenzi che sanno di infinito. Tra i suoi versi affiorano i ricordi e le memorie di una terra amata con i suoi ritmi quotidiani e la sua cultura ancestrale. A Orroli affascinerà il pubblico con una selezione dalla sua vasta produzione: poesie che hanno spesso incontrato il favore di autorevoli giurie. All' 'ombra' del nuraghe la voce lirica di Giovanni Pira si innalzerà anche per rendere omaggio a due miti della poesia in lingua sarda, Montanaru e Paolo Mossa.




Biografie ospiti


Gianfranco Bertagni

Già docente all'interno della cattedra di Storia delle Religioni dell'Università di Bologna, del Master in Diritti umani e intervento umanitario (Università di Bologna-Ravenna) e professore di Filosofia delle Religioni e Fenomenologia del Sacro presso l'Istituto Filosofico Studi Tomistici di Modena. Docente per la formazione insegnanti yoga presso la Scuola Sati Yoga di Rimini. È stato autore e conduttore della trasmissione settimanale radiofonica Dharma (sul buddhismo e le filosofie orientali in genere) a Radio K Centrale. Insegna meditazione presso il Centro Natura (Bologna), Laboratorio 41 (Bologna), Il centro del cerchio (Ravenna). È autore di diversi articoli filosofico- e storico-religiosi, curatore di alcuni volumi e autore di vari testi, tra cui una monografia su Mircea Eliade e un dizionario sullo zen.


Giusy Cafari Panico

Giusy Cafari Panico è nata e vive a Piacenza. È autrice di tre raccolte di poesie “Come la luna di giorno come la luna di notte”, “Moto a Luogo” e “Dalle radici al cielo” e di un libro di racconti “Maschile Singolare”. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti in concorsi letterari nazionali e internazionali sia per quanto riguarda la poesia che la narrativa ed è presente in svariate antologie di importanti case editrici italiane. Ha partecipato al Festivaletteratura di Mantova nel 2008, è giurata dei prestigiosi premi letterari internazionali “Città di Cattolica “Pegasus Literary Awards” e “World Literary Prize”, scrive anche per il teatro e il cinema ed è la direttrice artistica del Piccolo Museo della Poesia “Incolmabili fenditure” di Piacenza. 

Corrado Calda

Laureato al Dams di Bologna e diplomato in recitazione alla Bottega Teatrale di Vittorio Gassman, in concorso la David di Donatello nel 2007/2008 alterna la sua attività di Attore con quella di Regista e Autore sia di teatro che di cinema. Da segnalare che nel corso di Iconografia Teatrale del prof. Arnaldo Picchi ho sostenuto a fine corso una tesina sulla figura di San Francesco nel cinema e nel teatro. 

Rossana Mele 

Dopo aver conseguito la laurea in Danza Contemporanea e Coreografia presso la London Contemporary Dance School, ha approfondito gli studi col Maestro James D’silva e lavorato a Londra per la sua compagnia, tornata in Sardegna ha lavorato col coreografo Paolo Corda negli spettacoli “Primo Movimento” e “Occhi di Cane”; con la regista Michela Sale Musio (“Sogno di una Isterica”, “La Notte Oscura”); e col Maestro del teatro contemporaneo Pier Franco Zappareddu (“Martah”, “Da Dove sto Chiamando”); oltre a essersi esibita come solista in diverse produzione indipendenti (“Sodade”, “Poesia”, “Tango per Due”). Attualmente insegna danza e collabora con la Banda Musicale “Cossu-Brunetti” di Nurri.

Giovanni Pira

Nato a Orgosolo il 25 luglio 1940. Ha potuto frequentare soltanto le scuole elementari. Dall’età di dodici anni, ha svolto l'attività di pastore sino ai vent'anni di età. Nel 1961 emigrò in Germania, dove vi restò per undici anni. Rientrato dalla Germania nel 1972, si è dedicato in forma continuativa al canto a tenore, come voce solista. Fondatore del gruppo Pratobello, ha fatto parte anche di altri tenores: Supramonte, Barbagia, Sa Cumpanzia. Con il coro Antonia Mesina, da lui costituito nel 1990, ha girato per diversi anni l'intera Sardegna. Nel 2002 si è ritirato dai palchi delle sagre. Da tempo, Pira partecipa con eccellenti risultati ai concorsi letterari in lingua sarda.

Anna Cristina Serra 

Originaria di San Basilio. Scrive in lingua sarda, inizia a partecipare ai concorsi letterari nel 1993. Tra i tanti ha vinto il Premio Ozieri per ben due volte, il Premio Michelangelo Pira, il Premio Premio S.Antoni de su 'ou di Mamoiada nel 1994 e nel 1997, a Milano il Premio Internazionale nel 1997, Olmedo nel 1993, 1994, 1995, Tissi nel 1993, il Premio Partigiani nel 1995, Silius nel 1994, Porto Torres nel 1998, Cossoine nel 1999, Osilo nel 1996, il Premio A.C.L.I. nel 1997, Dolianova nel 1993, il Premio Colleziu nel 1997, il Premio "Paolo Mossa" (Bonorva) nel 1999, il Premio "Benvenuto Lobina" (Villanovatulo) nel 1996, il Premio "Se Fermentu" (Marrubiu) nel 1995, Premio S. Caterina di Mores nel 2001, Il 4° Premio della Circoscrizione n° 2 del comune di Sassari nel 2010.


Ecco alcune foto



venerdì 5 agosto 2016

Giovanni Raineri al Pagliorum di Trapani

In questa bellissima estate uno degli avvenimenti più belli per me è stato senza dubbio lo spettacolo che Corrado Calda, mio marito, ha interpretato  in Sicilia ed esattamente a Paceco vicino a Trapani.
A parte il piacere di tornare in una terra davvero splendida, la Sicilia, con i suoi colori, la sua cultura millenaria e variegata, i suoi sapori, l'entusiasmo di scoprire un luogo teatrale davvero insolito, il Pagliorum.
Già il nome è un programma. Vederlo è davvero emozionante.
Sembra un teatro antico, ne ha la struttura ad anfiteatro, in realtà, con alcuni ordini di posti a sedere.
La curiosità è che splende come l'oro... perché è di paglia!



Lo spettacolo  era "Il ministro delle terre liberate ed è  incentrato sulla figura dell'agronomo Giovanni Raineri, uomo illustre vissuto a cavallo dell' ottocento  e del novecento. Piacentino, dopo un rovescio di fortuna della sua famiglia seppe risollevarsi e a diventare grande rilanciatore dell"agricoltura italiana grazie alla creazione dei Consorzi Agrari fino a diventare Ministro delle Terre Liberate martoriate dopo la Prima Guerra Mondiale. Corrado Calda bravissimo nell'interpretare l'essenza di questo grande uomo, parla di natura e di Terra madre, valori sempre attuali e moderni.
Grazie agli organizzatori dello Spazio Onirico di Trapani, in primis Danilo Fodale, che ha avuto l'idea di portare un "padano" in Sicilia consapevole dei valori universali che portava questo grande uomo di altri tempi.
Un grande plauso poi a 91027 Ecosistema A.P.E   che nasce da un ragazzo di grande valore e originalita Manuel Mancino. Un ingegnere trentenne che ha mollato un lavoro sicuro per tornare a coltivare la terra in modo assolutamente originale e naturale. Non usa nulla che non sia biologico e i suoi prodotti sono meravigliosi, fatti di terra fatica sole e cuore. Coltiva tra l'altro cinqie tipi di melanzane diverse buonissime.  L'idea del Pagliorum nasce dalla collaborazione  di queste due realtà.  Che bello esserci stata. Che bello avervi conosciuti.

venerdì 29 luglio 2016

Il mare con le mèches

Poesie ispirate alla corrente del Realismo Terminale




Il mare con le mèches 

In questo mare che sembra cartolina
Le sfumature paiono delle mèches
Pennellate da un grande parrucchiere
Annoiato dai classici cachet.
Blu cobalto di antiche penne stilo
Si intinge nel turchese bizantino
Incastonato nei mosaici ravennati.
Quasi a riva il verde dà frescura
È un ghiacciolo alla menta di cui resta
Solo un malinconico stecchino

di un’estate sciolta sempre troppo in fretta.

GCP

giovedì 28 luglio 2016

Una bella recensione al mio libro di poesie

Pubblico molto volentieri questa recente recensione ( gioco di parole :-)) del mio libro "Dalle radici al cielo. Grazie a chi l' ha scritta!


Intanto approfitto per ricordare che il mio libro è disponibile oltre che su Amazon nelle librerie  Feltrinelli facendone richiesta e, a Piacenza, alla libreria Romagnosi e alla Fahrenheit!

clicca sulla recensione Amazon

"Se si guardasse sempre il cielo finiremmo per avere le ali" ha scritto l'autore di Madame de Bovary, Gustave Flauber. "Dalle radici al cielo" silloge poetica di Giusy Cafari Panico, partendo dalle radici della terra, ci condurce verso gli strati più elevati del cielo, dove gioisce il cuore, dove si acquieta l'animo, dove terra e cielo s'incontrano in un connubio di pace, d'amore, di poesia...

venerdì 22 luglio 2016

Incontri magici in Sicilia: un giovane e il suo cane da tre anni in kajak nel Mediterraneo

Carissimi Giusynauti,
sono in Sicilia con Corrado, in occasione di un nostro spettacolo di cui vi parlerò in un altro post.
La Trinacria è magica per noi: non per niente l'abbiamo scelta l'anno scorso per il nostro viaggio di nozze.
Questa mattina ci siamo alzati di buon ora (cosa alquanto insolita per noi in vacanza!) per andare alla Riserva dello Zingaro, dove ci aspettava un sentiero di diversi chilometri intervallatti da suggestive calette marine. Dopo mezz'ora di camminata sotto il sole, "sbracalati e pieni di sudore"- come scriveva Guareschi - con me in particolare, vista la mia nota resistenza atletica, ehm!, che vedevo già i Campi Elisi dopo aver tentato inutilmente di raggiungere la seconda caletta (troppo caldo e stanchezza), dopo tutto questo appunto, siamo arrivati nella splendida ma affollatissima Caleta Tonnarella, la più vicina all'entrata della Riserva.
Corrado, insofferente per la calca più consona ad altre località di turismo di massa, ha cominciato a perlustrare le vicinanze in cerca di un punto dove fare immersioni. Da lontano mi ha fatto strani segnali. Sembrava il marinaio spagnolo che aveva preannunciato a Cristoforo Colombo l'arrivo della caravella nelle Indie Orientali. C'è the beach!, urlava ricordandomi il catastrofico film con Di Caprio, ambientato però in un paradiso marino.
Per farla breve, nuotando lui in stile impeccabile da subacqueo e io da rana sfiatata, in pochi minuti , voltando un angolo, dietro una roccia, abbiamo trovato una grande grotta all'ombra, dove ci siamo spiaggiati come balene stanche e siamo rimasti diverse ore ad ammirare le acque cristalline e di mille sfumature della baia, quasi un mare con le mèches verdi bianche e rosa.
Mentre stavamo pisolando non ci siamo accorti che il mare ci aveva portato a riva una strana imbarcazione alla cui guida c'era un altrettanto strano personaggio che pagaiava con una forza calma e giovanile insieme. Con nostra grande sorpresa da quel kayak giallo è sceso un cane peloso che ha scrollato l'acqua di dosso e si è andato subito ad appisolare nella parte più ombreggiata della grotta.
Il kayak ha ormeggiato proprio di fianco a noi e ne è uscito un bel ragazzo bruno, magro ma atletico che ricordava nei tratti gli attori de "Il segreto", il popolare feuilleuton televisivo che va per la maggiore in Italia in questi anni.
Corrado ha letto tutte le iscrizioni sulla canoa, tra cui una che riportava il sito  www.rumbo-mediterraneo.com e subito, da buoni escursionisti del terzo millennio armati di smartphone (poco romantico il tutto, me ne rendo conto, ma tant'è) siamo andati a cercare informazioni.

Ci si è aperto un mondo: c'erano un sacco di notizie e la persona che avevamo di fronte era una piccola celebrità. Si tratta infatti di Sergi Rodriguez Bosoli, un ragazzo che da tre anni viaggia quasi ininterrottamente per il Mediterraneo con il suo kayak, da solo, per sensibilizzare le persone sulla salvaguardia ambientale delle aree marine. E' partito da Barcellona, sua città natale, e da allora non si è più fermato, viaggiando con il cattivo e il buon vento, il caldo e il freddo, in compagnia della sua deliziosa cagnetta Nirvana, che ha incontrato in Sardegna, randagia.

Quando l'abbiamo avvicinato chiamandolo "Sergi", si è stupito che sapessimo già tutto di lui, è una delle magie veloci della Rete, ma con un bellissimo sorriso ci ha invitato a chiacchierare.
Abbiamo scoperto che era un ingegnere ambientale che lavorava vicino a Francoforte, poi ha deciso di mollare tutto e di mettersi in mare per passione, gusto della vita solitaria, voglia di fare nuove esperienze. La cagnetta è adorabile, Sergi ha detto che lo ha scelto: l'ha incontrata per strada e non si sono più lasciati. La sistema nella parte posteriore del kayak dove Nirvana si fa delle belle dormite e sembra divertirsi di questa strana vita di cane acquatico che il suo karma le ha dato in sorte. Sergi ci ha parlato delle persone che ha incontrato in questo lungo cammino. I siciliani li ha definiti timidi, si avvicinano difficilente, mentre invece a Napoli e in Sardegna ha trovato molta confidenza. Si presta volentieri a fare una foto con noi e con la sua amica a quattro zampe e ci parla della sua associazione Oceana, che si occupa di tutelare i mari del pianeta. Si vede che è un idealista, glielo si legge negli occhi, un Ulisse moderno, curioso di tutto, ma anche un Magellano, con una rotta ben precisa in mente: arrivare a costeggiare tutto il Mediterraneo fino alla Grecia, perlomeno questo è il suo proposito minimo, perché di limiti non ne ha.
Vorremo dargli un contributo per la sua opera di testimonial ecologico del mare ( in una Riserva dello Zingaro spesso rovinata da sacchetti di plastica abbandonati, barche a motore stranamente autorizzate e motoscafi sfreccianti a velocità poco ecologiche) ma Sergi non lo accetta. Invece ci parla della sua piccola attività di bigiotteria marina e sfodera, nascosto in panni di vellutino un po' bagnati dal mare, deliziosi orecchini di conchiglie, collane con sassi e conchiglie di tutti i colori. Ne acquistiamo due o tre, ad offerta libera. Sono belli come quelli che porta al collo e sembrano avere tutti una storia perché provengono da tutti i numerosi lidi in cui è approdato.
Lo salutiamo perché per lui è ora di pranzo. Gli hanno regalato un totano, ma dice che non ha un odore invitante perché ce l'aveva in kayak da un giorno, forse si sarebbe fatto una pastasciutta con i mezzi che riesce incredibilmente a portarsi dietro in pochissimo spazio ( considerando anche la cagnolina Nirvana). Lo lasciamo alle sue occupazioni, sapendo che presto proseguirà il suo viaggio a San Vito Lo Capo, dove forse troverà come qualche volta gli succede qualcuno che lo ospita, incuriosito dalla sua vicenda umana, mentre la sua cagnolina Nirvana ci viene ad annusare e poi scegli un altro luogo per le sue sieste.
Che incontro insolito e felice...se vi capita di essere in una costa italiana tra San Vito e Siracusa in questo mese andate a fare due chiacchiere con il simpatico Sergi e la sua adorabile cagnetta. Solo a trenta'anni si può fare una scelta simile, forse tutti vorremmo essere un po' come lui e assaporare quella libertà che sappiamo esistere solo dai racconti o dai romanzi.
Oggi Corrado ed io l'abbiamo toccata e l'abbiamo sentita normale, semplice, come il sorriso di Sergi.
O forse è stato un sogno di un pomeriggio di mezza estate.
Boa sorte Sergi e Nirvana!

mercoledì 25 maggio 2016

L'anniversario della morte di Giovanni Falcone - LIBRI & LIBERI - Letture antimafia itineranti a Piacenza il 23 maggio 2016



Pochi giorni fa sono stata invitata dall'amico Guseppe D'Orazio a partecipare a un'iniziativa che non conoscevo, una giornata di letture per ricordare la scomparsa del Giudice Falcone il 23 maggio 2016.
A proporlo l'associazione Libera di cui è benemerito attivista assieme a tante persone fantastiche che ho conosciuto per l'occasione, tra cui Antonella Liotti, che si prodiga da anni per la sezione piacentina di questa importante associazione nazionale.

Io ho avuto l'onore e l'onere di leggere nella mia  biblioteca alle ore 17 45 e mi sono fermata nella lettura alle 17,58,  ora esatta della strage di Capaci.
E' stato per me un momento molto intenso ed emozionante che voglio celebrare non mettendo apposta nessuna foto, perché quello che conta, che contava, è il ricordo di chi non c'è. 
Voglio postare il ricordo di un'assenza, l'assenza di persone che sono morte per la nostra libertà.

Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, sua moglie, e gli uomini della sua scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.  
Annientati da 1000 chili di tritolo ma risorti immediatamente nelle anime di tante tante persone, indignate ancora oggi.

Dopo di me leggeva Gaetano Rizzuto, l'ex direttore di Libertà a cui sono legata da un grande affetto e da una  -credo- reciproca simpatia umana e professionale di lunga data. Gaetano Rizzuto conosceva personalmente Falcone, è siciliano, sentiva la giornata e il momento non il doppio, ma cento volte. Ha raccontato di una giovinezza condivisa con lui in Sicilia, del ricordo di suo fratello Pino, passato su quella maledetta autostrada pochissimo tempo prima. E dopo ha letto il tema di maturità di una ragazzina, che poco dopo si sarebbe tolta la vita. Aveva "parlato", era un infame. Al suo funerale non c'era nemmeno la madre.

Anche il mio brano era molto forte. Era l'articolo di Repubblica che annunciava il lutto, il disastro, la sconfitta dello stato, quella perdita di vite umane in modo atroce. Era il primo articolo sulla strage-
Mi sono molto emozionata. Mi sembrava di rivivere un momento che ventenne, ricordo molto bene. Ricordo dov'ero, con chi ero, come capita quando accade qualcosa di straordinario. Ricordo la sensazione di sconfitta, del pensiero.".. ed ora?"

Io non so ora cosa sta succedendo, non so a che punto sia la situazione Mafia: non ho la preparazione, le informazioni per farmi un'idea precisa, non so quasi nulla, come tanti. Ho visto però che tante persone la stanno combattendo con la cultura, con la forza della giovinezza pulita che rifiuta questo tipo di asservimento, di avvilimento umano e civile. C'erano tanti ragazze e ragazzi, tanti sorrisi, tanta voglia di cambiare. Carlotta, Anai e le altre. Sorrisi contro un muro da sgretolare, che quando sono stata in Sicilia l'anno scorso ho sentito sulla pelle, anche se nessuno ne parlava apertamente, come sempre, come si sa.

E' stata una bellissima sera e assieme al piccolo corteo ho fatto  il giro della la città che partiva dalla Bookbank alla Luppoleria, passando dalla libreria Fahrenheit, alla libreria Berti Papero Editore, alla Fabbrica dei Grilli dove leggeva la mia amica Betty Paraboschi con Bernardo Carli. 

Io, ripeto,  ero molto emozionata, ho stentato ad essere lucida leggendo, non sono stata "brava" sicuramente, ma forse anche così ho testimoniato lo sgomento provato in quel giorno, lo sgomento che tutti abbiamo provato quel giorno. 
Grazie a Libera, grazie a Giuseppe D'orazio per avermi coinvolto. Grazie davvero. 

Non sum digna ma grazie



Strage a Capaci
povero Falcone



di ATTILIO BOLZONI


E' morto, è morto nella sua Palermo, è morto fra le lamiere di un'auto blindata, è morto dentro il tritolo che apre la terra, è morto insieme ai compagni che per dieci anni l'avevano tenuto in vita coi mitra in mano. E' morto con sua moglie Francesca. E' morto, Giovanni Falcone è morto. Ucciso dalla mafia siciliana alle 17,58 del 23 maggio del 1992. La più infame delle stragi si consuma in cento metri di autostrada che portano all'inferno. Dove mille chili di tritolo sventrano l'asfalto e scagliano in aria uomini, alberi, macchine. C'è un boato enorme, sembra un tuono, sembra un vulcano che scarica la sua rabbia. In trenta, in trenta interminabili secondi il cielo rosso di una sera d'estate diventa nero, volano in alto le automobili corazzate, sprofondano in una voragine, spariscono sotto le macerie. Muore il giudice, muore Francesca, muoiono tre poliziotti della sua scorta. Ci sono anche sette feriti, ma c'è chi dice che sono più di dieci. Alcuni hanno le gambe spezzate, altri sono in fin di vita. Un bombordamento, la guerra. Sull'autostrada Trapani-Palermo i boss di Cosa Nostra cancellano in un attimo il simbolo della lotta alla mafia.

Massacro "alla libanese" per colpire e non lasciare scampo al Grande Nemico. Una tonnellata di esplosivo, un telecomando, un assassino che preme un tasto. Così uccidono l'uomo che per dieci anni li aveva offesi, che li aveva disonorati, feriti. La vendetta della mafia, la vendetta che diventa morte in un tratto di autostrada a cinque chilometri e seicento metri dalla città, la città di Giovanni Falcone, la città dove pochi lo amavano e molti lo odiavano.

La cronaca della strage comincia all'aeroporto di Punta Raisi quando su una pista atterra un DC 9 dell'Alitalia e subito dopo un jet del Sisde, un aereo dei servizi segreti proveniente da Roma. Sopra c'è Giovanni Falcone con sua moglie Francesca. Sono le 17,48 quando il jet è sulla pista di Punta Raisi.

E sulla pista ci sono come ogni sabato pomeriggio tre auto che lo aspettano. Una Croma marrone, una Croma bianca, una Croma azzurra. E' la sua scorta, la solita scorta con Antonio, Antonio Montanari, agente scelto della squadra mobile che appena vede il "suo" giudice che scende dalla scaletta si infila la mano destra sotto il giubbotto per controllare la bifilare 7,65. Tutto è a posto, non c'è bisogno di sirene, alle 17,50 il corteo blindato che trasporta il direttore generale degli Affari penali del ministero di Grazia e giustizia è sull'autostrada che va verso Palermo.

Tutto sembra tranquillo, ma così non è. Qualcuno sa che Falcone è appena sbarcato in Sicilia, qualcuno lo segue, qualcuno sa che fra otto minuti la sua Croma passerà sopra quel pezzo di autostrada vicino alle cementerie. La Croma marrone è davanti, centotrenta all'ora. Guida Vito Schifani, accanto c'è Antonio, dietro Rocco Dicillo. E corre, la Croma marrone corre seguita da altre due Croma, quella bianca e quella azzurra. Sulla prima c'è il giudice che guida, accanto c'è Francesca Morvillo, sua moglie, anche lei magistrato. Dietro un altro agente di scorta. E altri quattro sulla Croma azzurra.

Un minuto, due minuti, la campagna siciliana, l'autostrada, l'aeroporto che si allontana, quattro minuti, cinque minuti, il DC9 dell'Alitalia proveniente da Roma che scende verso il mare e sorvola l'A29. Sono le 17,57, Palermo è vicina, solo sette chilometri, solo pochi minuti. Lo svincolo per Capaci è lì, c'è un pò di vento, ondeggia il cartellone della "Sia Mangimi", si muovono gli alberi, il mare è increspato. Ecco, sono quasi le 17,58. La Croma marrone è sempre avanti, il contatto radio con le Croma bianca c'è, la "linea" è silenziosa, vuol dire che tutto va bene, non c'è problema. Ma dietro, intorno, da qualche parte, c'è l'assassino, ci sono gli assassini che aspettano Giovanni Falcone.

Sono le 17,58. C'è una curva larga, c'è un rettilineo di 180 metri, c'è un'altra piccola curva. E c'è un sottopassaggio prima di arrivare ad una specie di colonna grigia con su scritto "Cementerie siciliane". Il cartello che indica l'uscita per Isola delle Femmine è a qualche metro, più avanti ci sono due gallerie. Sempre buie, sempre mal illuminate. Sono le 17,58 e Salvatore Gambino, coltivatore diretto di trentaquattro anni, passeggia su un ponticello e guarda le auto che sfrecciano sull'autostrada.

Sono le 17,58 e una Fiat Uno con una coppia di austriaci va verso Trapani seguita da una Opel Corsa di colore rosso. Sono le 17,58 quando la mafia compie la sua vendetta. "Ho visto una fiammata e poi ho sentito un boato... forse prima ho sentito il boato e poi ho visto del fumo nero", racconterà un'ora dopo confuso il coltivatore Salvatore Gambino a un carabiniere. 17,58, l'ora del massacro, l'ora dell'infamia, dell'orrore, della morte. (...)l


(24 maggio 1992)

LA NOTTE DEI MUSEI- CANDIDA LUNA AL MUSEO DELLA POESIA, 21 MAGGIO 2016


Buonasera Giusynauti,
siamo un po'in atmosfera di fine anno, vero? Anche se non andiamo più a scuola. L'anno che sembra chiudersi con l'estate, dove ci si concede se si può, le meritate vacanze presenta però i suoi ultimi appuntamenti interessanti.
Per esempio il 21 maggio c'è stata la notte dei musei, con tutti i musei, appunto, di Piacenza aperti gratuitamente fino alle 24 per permettere alla cittadinanza di usufruirne liberamente, in una cornice notturna particolarmente suggestiva.
Il Piccolo Museo della Poesia è rimasto aperto, con visite guidate e un reading dal titolo Candida Luna, letture di poesie con amiche le stelle.

Chi entrava - diversi erano poeti e scrittori piacentini -  "doveva" leggere un testo tratto dalle preziose raccolte del Museo e, in cambio, nella seconda parte della serata "ricambiare" con una sua poesia o condividendo un pensiero personale sul suo poeta preferito.
I testi erano stati preventivamente scelti da me e da Massimo Silvotti, tratti da edizioni antichissime.
Dall'Antologia della Diana del 1919 che conteneva rare poesie di Ungaretti, a una piccola edizione di Appuntaento a Ora insolita di Vittorio Sereni, a una pregiata edizione de "La Bufera" di Montale, da cui è stata tratta "Giorno e Notte" letta con profonda emozione dalla poetessa Maria Teresa Lazzara il cui padre, Edoardo Lazzara era stato amico personale del grande poeta ligure.

Caproni, Quasimodo, Campana, Rebora, Bertolucci, Penna, Luzi, Raboni... le anime dei grandi del Novecento hanno trovato voce negli autori che ne hanno letto i "canti notturni" con un pizzico di reverenza.

Tra i presenti Doriana Riva, collaboratrice del Museo e poetessa anch'essa, che ha allestito l'ingresso al Museo con un piccolo corridoio di luce, Ottavio Torresendi, Verdiana Maggiorelli, Eugenio Mosconi, Alberto Esse, Francesco Ferri, Monica Lombardelli, Giuseppe d'Orazio, Valeria, creatrice di gioielli e grande esperta di Haiku.







C'era anche mio marito, l'attore e regista Corrado Calda, che mi ha fatto la sorpresa di leggere la mia poesia "Come la luna di giorno" accompagnata da dieci tavole disegnate, verso per verso, dall' artista visuale Veronica Grisenti. Le avevo consegnato una poesia a cui ispirarsi ma non pensavo che ne uscisse un'opera d'arte. Le sono infinitamente grata e quando riuscirò posterò i suoi disegni, perché ha veramente tanto talento.
Grazie!

Sono state lette anche poesie di  due poeti contemporanei di fama non solo nazionale: Guido Oldani, tratte dalla raccolta Stil Novo, precedente al manifesto del Realismo terminale di cui è fondatore e di Amedeo Anelli ( Contrapunctus), poeta del comitato scientifico del Museo e critico letterario.
L'assessore alla cultura Tiziana Albasi, intervenuta durante "Candida Luna" ha svelato la sua predilezione per il poeta Orazio, il cantore del Carpe diem.

Nella seconda parte spazio alle poesie degli intervenuti e a tanti autori stranieri tra cui Emily Dickinson, Allen Ginsberg e la poesia Invictus di Henley, dedicata da Torresendi a Nelson Mandela.
Una serata piena di emozioni e condivisioni, di grande informalità, come spesso accade al Museo.
I visitatori entravano e uscivano, anche durante le letture e un po' ascoltavano, un po' leggevano i manoscritti esposti, un po' intervenivano e ponevano domande agli autori e a "noi" del Museo.

Bello il  nostro Museo, speriamo di riuscire a tenerlo aperto ( non prende nessun finanziamento pubblico finora)  e di continuare a  vivere nel respiro dei grandi poeti che la abitano dentro i loro libri e tutti coloro che semplicemente si dilettano in questa strana, intangibile, misteriosa arte che è la poesia.


mercoledì 11 maggio 2016

Il Piccolo Museo della Poesia

Buongiorno Giusynauti,
oggi vi voglio parlare del Piccolo Museo della Poesia di Piacenza.




Ve ne voglio parlare perché unico in Italia, anzi in Europa. L'ha "certificato" recentemente come tale anche il Ministro dei Beni Culturali Franceschini ed ora è davvero ufficiale.
E' stato inaugurato il 17 maggio 2014 alla presenza del Sindaco Dosi, ma sembra sia sempre esistito come tutto ciò che una volta creato sembra indispensabile

E' un'eccellenza per la città di Piacenza e come tale spero che abbia tante occasioni per ampliare le già tante attività ed essere sempre più un punto di riferimento per tutti coloro che amano la poesia.

Da poco sono stata nominata Direttore Artistica dal Direttore generale fondatore, Massimo Silvotti e sono davvero onorata e felice di potermi occupare con lui e con tutto il comitato scientifico del Museo.
Massimo Silvotti è un pazzo. Un pazzo all'Erasmo da Rotterdam.
Una persona che a un certo punto della vita ha inseguito un sogno e a pochi passi dalla casa dei suoi genitori e antenati, proprio lui che addirittura è nato e vissuto da bambino a Bruxelles, ha deciso di fondare a due passi da Piazza Duomo nientemeno che un museo della poesia.

Un museo! Ma cosa vuol dire? Mah, è difficile descriverlo, in realtà, più facile entrare una volta e assaporare quella strana aria che si respira, come se in quegli spazi si muovessero sopiti i respiri dei versi sospesi di questi ultimi due secoli.

La voce di Ungaretti squilla bonaria ma pungente dal prezioso manoscritto autografo sul leggio, appena entrati, e così quella di Montale, di Campana, di tante voci che trovano spazio o in documenti originali e autografati, o in libri rari, o all'interno delle preziose riviste letterarie che vi sono custodite con grande amore.

Brusìi di parole straniere pronunciate da Holderlin o da Rimbaud si inseguono negli scaffali, sul piccolo sofà dove, volendo chiunque può dormire una notte al museo...

Sì perché si può fare anche quello al Piccolo Museo della Poesia Incolmabili Fenditure.
Incolmabili fenditure, sono quelle che la realtà pone al poeta, incolmabili perché la realtà, e anche quello che va oltre, è impossibile da raggiungere persino con la poesia, e il poeta è un esploratore che cerca la verità senza mai trovarla fino in fondo. E la poesia custodisce sempre un irragiungibile segreto.

Grande è la suggestione del luogo che ripercorre la grande poesia europea del novecento, la sua storia, con quadri appesi alle pareti ( è anche una galleria d'arte), dischi, sculture, oggetti vari a volte un po' misteriosi.
E poi tante cose... ormai i poeti piacentini hanno trovato qui una seconda casa, un luogo di incontro e di scambio e ormai si susseguono presentazioni di autori provenienti da tutta Italia, che trovano molto risalto sulla stampa.

A proposito di stampa anche Repubblica ha parlato del nostro Museo...


E qui è il covo della corrente del Realismo Terminale, ideata dall'originale poeta Guido Oldani, una delle voci poetiche più note e innovative a livello internazionale (lo studiano anche alla Colombia University, tanto per dire). Anche io ho aderito alla sua corrente, come anche Giuseppe Langella, docente universitario e fine poeta tra i primi ad aderire. .Basta cercare su google realismo terminale e saprete tutto! Io personalmente ritengo Guido e la corrente di cui è fondatore geniali, fondamentali. Le uniche vere novità letterarie del secolo, e non scherzo.


E poi tante mostre di pittura e di arti varie, con artisti internazionali, ecco quella di Ungaretti che citerò anche in seguito

e tante altre fino ad arrivare all'ultima "In avvicinamento al Realismo Terminale" di Giuseppe Donnaloia... ma vi invito ad andare sul sito, sono tanti i nomi prestigiosi passati da qui.

Dall'idea di un "pazzo"geniale, Massimo Silvotti, che è lui stesso poeta, pittore, scultore e studioso di filosofia, quasi un uomo del rinascimento a una realtà che è nella Rete Museale Italiana e che non solo ospita un susseguirsi di mostre tematiche all'interno, ma che va spesso anche in altre parti d'Italia in trasferta come per la grande mostra su Ungaretti e la grande guerra a Lucca


Massimo Silvotti, Guido Oldani, la sottoscritta e l'attore Corrado Calda al Palazzo Ducale di Lucca

Ecco il comitato scientifico del Museo
 Presidente del Comitato: Guido Oldani; Direttore del museo: Massimo Silvotti; membri del comitato: Francesca Nacci, Amedeo Anelli, Gilberto Colla, Alessandro Mangiarotti.

ed ecco il sito del museo http://www.piccolomuseodellapoesia.it/

vi raccomando di visitarlo, troverete sempre una persona ad accogliervi se non il direttore in persona che vi porterà a spasso tra la poesia!

BUON VIAGGIO!

 le vetrine                                                con l'Assessore alla Cultura Tiziana Albasi









                                                 

 il logo e la mia prima "trasferta" con il Museo  al Fortino Napoleonico (Portonovo-Ancona)


ecco l'organigramma

Direzione del Museo: 
• Direttore 
Massimo Silvotti: poeta, artista, filosofo (Piacenza) 
Direttrice artistica Giusy Cafari Panico: poetessa, scrittrice, critico letterario (Piacenza)
• Responsabile organizzativo: 
Francesca Fazio: psicologa, esperta in organizzazione e comunicazione (Piacenza)
• Area artistica: 
Alex Maggiolini: architetto (Milano)
• Area conservazione e catalogazione: 
Gilda Rotello, conservazione beni artistici e museali (Caserta)
• Allestimenti: 
Sergey Silvotti (Piacenza)


Il Piccolo museo della Poesia- Incolmabili Fenditure e la Galleria d’Arte- Spazialismo poetico,
sono aperti da mercoledì a sabato dalle 11 alle 19.
Nei giorni di chiusura è possibile l’apertura straordinaria ai gruppi solo previa prenotazione.
 “L’INGRESSO E’ COMPLETAMENTE GRATUITO!!

#piccolomuseodellapoesia 
#poesia
#realismoterminale


domenica 8 maggio 2016

La mia prima videopoesia, ispirata a "Mercante di sogni" contenuta nel mio libro "Dalle radici al cielo"(edito dalla Pegasus Edition di Roberto Sarra) Grazie a mio marito Corrado Calda e alla bellissima voce di Enrica Barel e al meraviglioso mondo dei costumi di Luciano Carpi di Gattatico "La tribù del cucù"


Questo il testo

MERCANTE DI SOGNI

Mercante di sogni,
non hai nulla per me?
La tua valigia un tempo
strabordava di luci e di colori,
di stoffe strane
tessute in oriente,
di abiti da sposa immacolati
o dei corpetti rossi delle prostitute.
 
Avevo acquistato
archi e frecce,
un orologio senza lancette,
un bacio rubato,
un libro infinito.
Ampolle di lacrime,
ma solo di gioia,
un cavallo alato
e un tappeto volante.
 
Ora ti presenti a me
senza nulla propormi
o forse credi
che non possa pagarti.
 
O forse è perché
da tanto tempo non compro
e uso e consumo
solo quello
che gli altri
vogliono per me.
 
Eccoti i denari,
sono tutti i miei averi,
ma tu portami
nel paese dei sogni.
 
Li voglio tutti,
ne compro uno per ogni notte
e uno per ogni giorno.
 
E mille per quando sono triste,
e diecimila per quando mi perdo
nei vicoli stretti e tortuosi
della realtà senza illusioni
che è il luogo più cupo,
più triste: l’inferno.