mercoledì 29 luglio 2009

Giusy e i Volatori ai Venerdì Piacentini


I Venerdì piacentini sono un po' una piccola notte bianca, a Piacenza.

Le vie del centro, le piazze e i luoghi in genere della città si aprono al passeggio.

Tutti i negozi sono aperti e c'è musica, spettacolo, avvenimenti culturali... Piacenza si anima.

Ogni venerdì è dedicato ad una tematica in particolare.

Il prossimo, il 31 luglio è dedicato alla letteratura ed io sono stata invitata a partecipare dagli organizzatori, per me è un grande onore.


Sarò quindi alla Libreria Feltrinelli in Via XX settembre angolo Via Cavour dalle ore 22 e 15 alle ore 23 e 15 con il mio libro di poesie.

E lettori d'eccezione chi saranno, indovinate?? I miei Volatori Rapidi!!


E prima, dalle 21 alle 22?? Sempre con i miei Volatori in Piazza Duomo, prestigiosissima cornice, con una performance letteraria ispirata a Confini, il nostro ultimo libro! Con buffet finale!


E, per non trascurare il mio lavoro, che mi appaga e mi dà da vivere, vi segnalo che la Biblioteca Passerini-Landi è aperta straordinariamente al pubblico con i servizi principali di prestito e ci sarà uno spettacolo degli Infidi Lumi.


Per me un venerdì uno e trino!! Se potete venite dappertutto!!

Vi aspetto!!!


Non mancate!

domenica 26 luglio 2009

Il grande cuore di Napoli

Volevo ringraziare il Prof. Lorenzo Mandarino per aver ritirato al mio posto il premio Opera Prima dell'Istituto di cultura italiana di Napoli.
Appena possibile pubblicherò sul blog i saggi critici che ha avuto la bontà di dedicare alle mie poesie.
Qualcuno lo leggerò durante la serata del 31 luglio, nel corso dei venerdì piacentini, alla Libreria Feltrinellio alle ore 22.
In settimana vi aggiornerò su tutti i miei movimenti ( c'è anche un evento dei miei Volatori Rapidi e anche un reading in Biblioteca).
A domani Giusynauti! :-)!

giovedì 23 luglio 2009

Le visioni di Giusy



Ecco le mie "visioni", ovvero improvvisazioni un po' allucinate, ispirate ad alcuni dipinti o semplicemente balenate in un momento di obnubilamento scritte per la serata dei Volatori Rapisi alla notte bianca di Lodi, il 18 luglio, appese ai quadri della Galleria delle Visioni dell'amica Lorena Ceretti e distribuite a tutti gli ospiti come segnalibri.





Mondi senza più confini
Sterminate praterie di sogni
esauditi.
Amore zampillante dalle sorgenti
senza foci a significarne la fine.


Passato e Presente
si congiungevano
in un vortice di luci e ombre
e formavano
un muro
al di là del quale
non si vedeva il Futuro.
Sapevo che eri
dall’altra parte,
al confine della
mia Speranza,
ma non avevo il coraggio
di scavalcarlo.


Vivere
tante vite parallele
in una.
Come vedere
tutte le facce
di un cristallo.
Come scrutare
l’orizzonte
senza avvertirne
l’inevitabile confine


Il tempo liquefatto
Si spalma sul mio
Mondo
E i suoi colori
si fondono
nel foglio bianco
del Destino.


A Cuba vedevo
Musica gioiosamente
Triste
E la mia anima
Danzava su una lacrima
Tanto poté
Una sola canzone
In una giornata
Di nuvole e sole


Essere inghiottiti
da un mare oscuro
e scoprire
che solo nel profondo
e oltre il confine
della paura
esiste la Verità.


Puledri bianchi
Nella mia mente
E angeli ammonitori
Che li cavalcano
A briglie tirate,
Sempre al confine
Tra il Bene e il Male.
E’ questa la Vita?



Quella volta
mi hai arpionato con gli occhi.
Occhi neri,
occhi tristi,
occhi appassionati,
occhi risucchianti,
occhi incerti,
occhi infiniti,
occhi disarmati e disarmanti.
Occhi che facevano
Scomparire il resto
del tuo corpo.
Eri solo occhi
ed io
solo la tua lacrima



Le allucinazioni
certe volte diventano realtà
e viceversa le visioni reali
sembrano,
nel ricordo,
delle allucinazioni

lunedì 20 luglio 2009

20 luglio 1969 - 20 luglio 2009


Carissimo Blog,

oggi è il giorno della Luna, il quarantennale dello sbarco.

Quando questa stella che per secoli ci aveva fatto sognare è diventata improvvisamente così vicina, reale, tanto che un uomo ha potuto imprimervi la sua impronta.

Come posso fare a meno di non parlarne anch'io.


Tutto parla di Luna qui... dal tuo nome, mio adorato Blog, al mio libro. Ad alcune mie poesie. All'ultimo racconto che ho scritto


Alla musica di sottofondo che ho scelto per te. Ti piace, vero?

Questa magica "Moon River", la senti com'è bella, che la deliziosa Audrey Hepburn cantava malinconica dalla finestra forse interrogandosi sul suo domani mentre al piano di sopra uno scrittore cercava di mettere su carta le sue emozioni.


Anch'io ho la mia chitarra vicino e anch'io come lei mi pongo le stesse domande, quelle che ogni tanto ci poniamo tutti, guardando il cielo.

Vorremmo volare lontano, lontano senza sapere dove... finché il nostro sguardo si ferma proprio là, sulla luna.

Il luogo dei pensieri non confessati, dei ricordi perduti... dove volare su un ippogrifo come Astolfo e recuperare la parte più vera di noi stessi.

Senza maschere.

Io vorrei essere là. Lontana dal mondo e dalle sue convenzioni, dalle mie paure ad affrontarlo, dall'arena.
Anche solo per un attimo, per vedere l'azzurro del mio mondo e saperlo riconoscere una volta tornata.


Quest'anno grazie alla Luna ho scritto un libro che mi ha portato lontano, in senso fisico e metaforico.

In altre città, ad incontrare nuove persone, tutte in un modo o nell'altro molto importanti per me e per la mia vita, a riscoprire parti di me nascoste.


L'altra faccia della mia luna.

Stanotte farò un rito strano. Punterò la sveglia alle ore 5 e 56 ed esprimerò un desiderio che non rivelerò a nessuno, un desiderio che riguarda solo me.


Le parlerò dei miei pensieri e delle mie paure. Delle inquietudini che nascondo nel mare della tranquillità, dei ricordi che ho sepolto nei suoi crateri.


Magica Luna, come sempre solo tu li custodirai

domenica 19 luglio 2009

Racconti sulla Luna




Per tutto il mese di Luglio, in occasione del quarantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna, il quotidiano di Piacenza Libertà pubblica un'antologia di racconti dei Volatori Rapidi dedicata all'evento.


Ecco il mio!


Ti aspetto sulla luna

Quando aveva ricevuto quella telefonata era sotto la doccia e aveva risposto sua moglie.
“Come?” Sentiva appena il suono della sua voce sotto lo scroscio dell’acqua calda.
“Chi?” Sua moglie aveva un timbro acuto che con gli anni era diventato stridulo.
“Dove?” E poi non era mai stata una campionessa di conversazione.
A volte ci si ritrova sposati, padri, nonni, senza nemmeno sapere come.
Piacere Enrico, piacere Giovanna. La figlia del proprietario della ditta in cui era stato appena assunto. Abbastanza carina, tra l’altro. Perché no?
Dopo un anno era già in chiesa al braccio di sua madre che diceva a tutti: “Ha sposato una Salviati” con l’orgoglio di chi dopo una vita non deve più chinare il capo.
“Chi era?” disse strofinandosi i capelli argentati con il cappuccio dell’accappatoio, appoggiato al letto d’ottone.
Sua moglie si guardò allo specchio per controllare se aveva qualche capello fuori posto e sistemò un capodimonte che la colf aveva appoggiato male.
“Lamborghini, Laberghini, un tuo compagno di scuola. I calzini di filo di scozia sono nel cassetto.”“Organizza una cena di classe.” Sua moglie si allacciò il collier che lui le aveva regalato per le nozze d’argento. Si girò verso di lui con quello sguardo che mescolava tenerezza a comando, a cui lui era abituato. “Ma ci vai? Tanto si sa come vanno queste riunioni.” Aprì il cassetto porgendogli le calze.
“Lambertini! Chissà che fine ha fatto L’avevo visto in stazione anni fa, ma stava perdendo il treno…” Si infilò le scarpe inglesi di marca. “E…” gli venne in mente un altro nome. Un nome che un tempo scriveva su tutti i quaderni, su tutti i muri.
“Dai, vieni: siamo invitati a cena da nostro figlio, sei rintronato?” lo spinse fuori dalla porta con fermezza.
Lambertini era l’unico compagno che ricordava con un briciolo di simpatia.
Essere figlio di una madre nubile e frequentare il Classico a quei tempi era un ossimoro in una città di provincia. Tutti figli di medici, notai, avvocati. E lui di una donna delle pulizie. Ma lui era il più bravo. Chissà se anche il padre aveva queste doti. Era intelligente –raccontava la madre– ma mascalzone: aveva preferito sposare una donna benestante anziché lei.
In quella classe era a malapena tollerato, con due sole eccezioni.
Una era Lambertini. Si era trasferito da poco da Bologna ed era estraneo alle dinamiche delle piccole città.
E l’altra era la creatura più dolce che avesse mai incontrato. Sospirò.
“Ti ha lasciato il cellulare?” Si rivolse alla moglie tenendo in braccio il nipotino, che giocava con i suoi occhiali. Leone l’avevano chiamato. Enrico no, eh?
“Chi?”
“Il mio compagno di classe.”
“Ma ci vai?” sua moglie alzò gli occhi al cielo.
“Sai che boiata! Alla mia cena del decennale me ne sono andato dopo venti minuti.” William Rossi Salviati riprese Leone dalle braccia del padre.
L’appuntamento era fissato per il 20 luglio, la data in cui avevano pubblicato gli esiti della maturità quarant’anni prima, sul portone del Classico.
Non era un giorno qualunque quel 20 luglio del 1969.
E’ inevitabile che ognuno di noi viva sempre due vite: quella in cui si è immersi, che riguarda tutti e che riempirà i libri di storia delle generazioni successive e quella intima, che passa dal cuore e dalla pancia e che riempirà al massimo gli album fotografici di un paio di generazioni per poi perdersi nelle sabbie del tempo.
Così, mentre tutto il mondo aspettava che l’uomo sbarcasse sulla luna, gli studenti della III A del Liceo Gioia di Piacenza si chiedevano se sarebbero stati promossi o bocciati e il loro orizzonte terminava davanti a quegli scalini che avevano salito migliaia di volte, più importanti di quelli da cui sarebbe sceso Armstrong.

Arrivarono in ordine sparso. Erano irriconoscibili, ci sarebbero voluti i cartellini. Gli uomini pelati o incanutiti, le donne ingrassate e con i capelli dai colori più improbabili.
Guardò a tutti le scarpe e notò che solo lui indossava quel tipo di calzature che gli procurava sua moglie: inglesi indistruttibili. Le più belle.
Negli anni del liceo portava le Clark, ma senza alcuna rivendicazione politica: non poteva permettersi altre scarpe. In quella scuola tradizionalista la politica era entrata solo di sbieco, forse per paura di prendere troppa polvere. Poche occupazioni studentesche, pochi dibattiti politici. Un paio di contestatori e alcuni capelloni. Il sessantotto scritto in latino e in greco era arrivato in modo edulcorato.
A piedi raggiunsero un ristorante e si sistemarono nel grande tavolo come se fossero stati nei banchi. Lambertini arrivò per ultimo.
Enrico, stretto tra il notaio e l’avvocato, figli d’arte che non aveva mai potuto vedere, sussurrò all’ultimo arrivato il nome che aveva nel cuore fin da quando aveva sentito sua moglie al telefono.
“E Maddalena?”
Lambertini l’abbracciò forte. “Lo sapevo che saresti venuto solo per lei. È lei che ha organizzato tutto, sai?”
“E perché non è venuta?”
Dopo aver visto i voti finali Enrico e Maddalena erano scappati via in motorino. La partenza di Enrico era stata maldestra, ma il corpo fresco e morbido di Maddalena appoggiato al suo lo aveva fatto sentire come Giacomo Agostini.
Si erano fermati lungo la strada e non avevano resistito al richiamo dei loro baci, quelli che per un anno si erano scambiati furtivamente fuori dalla scuola.
Anche Maddalena non era una figlia di papà: i suoi avevano un negozio di alimentari. Era la più brava in italiano. Scriveva con uno stile che incantava: ogni parola sembrava cadere da un mondo meraviglioso e gentile.
Che importava se il resto della classe non li considerava, se nessuno dei due era invitato alle feste nelle ville patrizie. Loro avevano il Facsal e il loro amore.
La moto si era fermata ed Enrico aveva cercato nei jeans la chiave che apriva la casa di campagna di Lambertini, i cui genitori erano all’estero.
Tremando erano entrati, lasciando fuori dalla porta la loro adolescenza per conoscere per la prima volta l’amore, l’amore vero.
Lambertini interruppe il chiacchiericcio e accese il maxi schermo del ristorante che iniziò a riprodurre un filmato in bianco e nero. “Allunaggio!” un applauso accompagnava le parole di Tito Stagno, “No, mancano dieci metri.” lo correggeva Ruggero Orlando.
La III A si mise ad applaudire. “E bravo Lambertini: hai ricreato l’atmosfera.Vi ricordate che era il giorno della Luna?”
Nella villa c’era il televisore e Maddalena si era staccata dalla sua spalla e gli aveva detto: “Andiamo a guardare l’uomo che cammina sulla luna”. Abbracciati avevano visto Armstrong appoggiare il piede al suolo e pronunciare frasi storiche come quelle che si erano scambiati poco prima.
“Aspetta.” Gli aveva detto lei, prima di tornare a casa, dove in altre occasioni li avrebbe accolti una sonora sgridata. Ma loro avevano avvisato che avrebbero visto l’allunaggio assieme ai compagni. Tutto organizzato come e meglio che a Houston.
Aveva tirato fuori il taccuino dove scriveva i suoi pensieri e le sue poesie, facendogli leggere “Se mi cerchi ti aspetto sulla luna, distenderò lenzuola d’argento e preparerò dolci di rose e di miele” .
Poi ancora il suo vestitino leggero leggero contro la sua camicia, sulla vespa.
E poi l’estate e ancora tanti baci. E poi chissà…
Perché gli uomini sono sempre bravi a perdere ciò che è prezioso e a non ritrovarlo più?
“Perché non c’è Maddalena?”
Per Enrico non esisteva più nessun’altro, guardava Tito Stagno e sentiva ancora i capelli castani appena mossi di lei che gli sfioravano il petto…
Lambertini lo guardò fisso in volto.
“Mi aveva detto di non dirtelo... Maddalena ha un tumore. Ha poco tempo da vivere: sta facendo la chemioterapia: non voleva farsi vedere malata da te. L’ho incontrata in un ospedale. E’ ancora bella sai, anche se ha perso i capelli. Mi ha dato questo. Che strano che in certi momenti si ritorni ai ricordi di gioventù.
Enrico aprì una busta che portava il suo nome.
“Se mi cerchi ti aspetto sulla luna…” Era la pagina ingiallita scritta quarant’anni prima. “Ma cos’ha Rossi?” Il figlio del notaio guardava Enrico piangere.
“Era strano anche allora: sembrava sempre che gli avessero ammazzato il gatto!” e i vecchi compagni, deridendolo, ritrovarono se stessi. In fondo non era cambiato niente.
“Sono tornato.” Enrico posò la chiave sulla credenza ottocentesca.
Dopo un muto cenno di saluto alla moglie si sdraiò nella sua parte di letto.
Avrebbe voluto cercarla, Maddalena, dopo la laurea. E avrebbe saputo dove ritrovarla. E come riconquistarla. Ma poi la Ditta. E la famiglia Salviati.
Che poi in fondo era felice. In fondo.
Prese dal portafoglio il foglietto strappato.
“Buonanotte.” disse alla moglie semiaddormentata.
“Ti sarai annoiato, se stavi a casa era meglio: è venuto Luigi con la Carla che sono tornati da Sharm”
“Sì. Ho solo voglia di dormire.” Enrico stringeva in mano il foglio.
“Se mi cerchi ti aspetto sulla luna”, ripeté finché tutto sparì e comparve un vestitino leggero leggero. Poi dei capelli castani, appena mossi e un sorriso ingenuo.
“Quanto ci hai messo. Sono quarant’anni che ti aspetto sulla Luna…”
E le loro labbra si unirono nel bacio più dolce.

Giusy Càfari Panìco



sabato 18 luglio 2009

Notte Bianca di Lodi - 18 luglio ore 21


La Galleria delle Visioni di via Luigi Cingia 17 in collaborazione con l’Associazione Volatori Rapidi propone in occasione della “notte bianca” del 18 luglio a Lodi la serata intitolata “In ogni senso”, una sorta di percorso attivo ed interattivo tra arti, sensi e fruitore.L’idea è quella di coinvolgere il passante attraverso vari stimoli sensoriali ed accompagnarlo in un percorso di cui diventerà parte attiva ed integrante.1. Il percorso avrà inizio con una sorta di “invito visivo” costituito dal video d’arte concettuale di Daniele Signaroldi dal titolo WALLS of FURY proiettato sui muri dei palazzi adiacenti alla sede della galleria, precisamente sull’angolo tra via Ottone Morena e Corso Vittorio Emanuele.
Saranno proiettati i graffiti che siamo soliti vedere “sporcare” i muri delle nostre città, ma tolti dal loro contesto e spogliati della loro valenza “scomoda”, in modo da poterne finalmente godere il lato più artistico legato alla bellezza del segno grafico primitivo e più che mai moderno.2. Seguendo il video, quindi proseguendo per via Ottone Morena si arriverà in via Luigi Cingia, di fronte alla sede della Galleria delle Visioni, dove gli scrittori del gruppo Volatori Rapidi terranno una presentazione del loro nuovo libro “Confini” con una sorta di scambio di pensieri con chi vorrà intervenire.“La partecipazione consisterebbe nel proporre al pubblico delle brevi letture tratte dell’ultima antologia di racconti “Confini” (Domino Edizioni), termine considerato nelle diverse accezioni. Si è pensato di alternare questi brani e brevi componimenti poetici creati appositamente per l’evento e di regalarli al pubblico come cadeaux insieme all’acquisto del volume. Sarà proiettato il book trailer di Confini. L’editrice, Solange Mela, introdurrà gli scrittori intervistandoli sulla loro personale visione della scrittura, interpretata come strumento di condivisione e confronto, e stimolarà il pubblico ad intervenire sul proprio concetto di “Visione”, concetto surreale che dà il titolo alla galleria.Essendo l’evento strutturato come un percorso dei sensi veicolato delle parole, saranno appese citazioni ed high concept lungo lo spazio esterno adibito e, previa vostra autorizzazione, si solleciteranno le persone che varcheranno questo spazio ad esprimersi sul proprio “Confine”, invitandole a lasciarci per iscritto su un album le proprie considerazioni, che saranno pubblicate in seguito sul nostro blog e conservate in originale in Galleria”.
(dall'evento "In ogni senso", descritto dall'amica e Alessandra Locatelli su Facebook)

giovedì 9 luglio 2009

DONNE IN SALOTTO - 2a parte

Sono la prima a salire sul palco, questione di ordine alfabetico. Roberto mi chiama e un po' mi tremano le gambe.

C'è davvero tanta gente, non so quantificare quanti, ma forse duecento, mah??


Ma ci sono delle poltroncine bellissime a forma di cuore!
Roberto ha spiegato che fanno parte di scenografie Mediaset, ma caspit

Un po' di domande... La luna, la mia luna... l'amore... scrittrice o poetessa?? Eh, che dubbi amletici.


Ed eccomi da sola sul palco per mezz'ora...
A parlare di me, delle mie emozioni e a leggere qualche poesia.

Ho scelto, tra le altre, "Le Lacrime del Mare", "Il Presagio", "Punto di non ritorno", "Mi manchi tanto"... ma quello che mi ha lasciato più stupita (e contenta) è stato l'applauso a metà di una poesia... non me l'aspettavo.

Non mi era mai successo. Forse avevo la faccia di chi davvero vorrebbe che gli capitasse un amore del genere e allora la gente ha voluto darmi una speranza ;-).

"L'amore è un leone che si muove spavaldo, non un coniglio spaventato che fugge al primo sparo"
da "Impara ad amarmi"


Mah... che strano... mi sembra quasi.. di avere sognato!

Non so se è perché piace davvero... o forse perché tutti noi abbiamo tanta paura di amare (me compresa), che siamo tutti un pochino conigli in questa epoca...





Poi nella notte...la luna che prima era bella di giorno... è diventata bella anche di notte.
E io ho letto "Ti aspetto sulla luna".

... E se mi cerchi ti aspetto là...


Poi le mie bravissime "colleghe per una sera"

Eccole





Ringraziamenti....






I miei personali al mio gruppo di scrittori Volatori Rapidi che mi hanno supportato in modo commovente in questa avventura, che sono i miei splendidi compagni di viaggio, grazie ai quali due anni fa ho ritrovato la voglia di scrivere. Grazie amici cari, vi voglio bene ed eravate con me a Cattolica!
Poi al Professor Lorenzo Mandarino che da settimane mi omaggia con saggi critici sulle mie poesie che pubblico anche su questo blog.

E uin grazie immenso a Roberto Sarra, persona bellissima e sensibile.
Grande deus ex machina e motore della cultura cattolichina.
GRAZIE ROBERTO, CON TUTTO IL CUORE.

Il prossimo anno sarò giurata al Premio Letterario Internazionale di Cattolica, presieduto dal grande giurista Cesare Rimini.
Ormai Cattolica mi ha adottato e io ho trovato in questa splendida cittadina una famiglia!

GRAZIE CATTOLICA, GRAZIE ROMAGNA!

DONNE IN SALOTTO - CATTOLICA 4 LUGLIO - 1a parte



Ore 21, Piazzetta del Tramonto. Cattolica.

E' la sera della notte rosa e anche in questa bellissima cornice il colore delle donne fa capolino ovunque.



Io mi accorgo che c'è la luna piena, che di solito mi porta molta fortuna...
Ora mi piacerebbe essere...bella come la luna di giorno, com'è ora...



Roberto Sarra, scrittore (consiglio a tutti il suo delicato e prezioso libro "Semplicemente Donne") e presidente dell'Associazione Pegasus, mitico organizzatore e factotum dell'evento dà le ultime direttive.



Saremo in quattro ad alternarci sul palco.
Oltre a me, Lella De Marchi, giovane e talentuosa scrittrice pesarese http://www.lellademarchi.com/index.htm con il suo libro "Racconti nove"


Pierina Dominici, reduce da un premio ritirato niente meno che al Campidoglio, a Roma, autrice di "La metà del cielo".
Dulcis in fundo l'amica poliedrica scrittrice, giornalista, membro della giuria del Premio Lunezia, finissima poetessa Marina Pratici con il suo "In trina di parole .. e bisbigli di rose".

La gente comincia a sedersi, sono un po' emozionata.

Le sedie sono tutte occupate, bene, già sessanta persone... ma in fondo ci sono muretti, altri posti a sedere... mamma mia, c'è una folla... ce la farò?

Al piano Raffaele Mirabella, collaboratore di grandi musicisti come Ivan Graziani.


Rita Catucci inizia con la sigla della Notte Rosa, scritta dal Maestro Mirabella e da Roberto Sarra.
Si comincia!!!

mercoledì 8 luglio 2009

LA NOTTE ROSA








Ho passato cinque giorni bellissimi.
Non so da dove iniziare a raccontare...

Allora partiamo dalla Notte Rosa in generale.

E' la festa della Romagna, il capodanno dell'estate, il primo week end di luglio.

Tutta la costa si tinge di rosa, luci, palloncini, magliette, striscioni, fiori, cappellini, fiocchi di tulle che adornano alberghi, negozi, la spiaggia, le fontane...

E due milioni di persone impazzite festeggiano come a Rio de Janeiro. Mitici Romagnoli, se non ci fossero bisognerebbe inventarli.

Quest'anno il carnet degli appuntamenti era molto fitto.

C'erano il "mio" Vinicio Capossela e Fiorella Mannoia a Rimini, Battiato a Riccione, Arisa a Bellaria... e feste ovunque, parate aeree, mostre di pittura, scultura, incontri di letteratura, di cucina, fuochi d'artificio... e talmente tanto altro che non lo ricordo neppure...

E tanti stranieri come non se ne vedevano da tempo.
Una grandissima festa... a cui ho partecipato anch'io nell'ambito letterario, ma vi rimando al prossimo post ;-)!!!
P.S. Merito una citazione dall'assessorato al turismo della Romagna!!