lunedì 7 ottobre 2019

Maria Rosaria Iacobucci la "pittrice dei mondi" alla Biennale di Milano 2019


Maria Rosaria Iacobucci è una pittrice insolita. Pur dipingendo da tantissimi anni, ha deciso solo da poco di mettere il mondo al corrente della sua produzione, peraltro bellissima.
Ha infatti un carattere riservato e si capisce che per lei dipingere è una vera autentica gioia che quasi non ha bisogno di un riconoscimento esterno. Che pure è arrivato e in modo clamorosamente veloce dalla sua "uscita in pubblico".
Difatti è solo dal 2018 che espone eppure ha già esposto in luoghi importantissimi. Uno per tutti il Louvre - addirittura!-, nello spazio "Le Carrousel du Louvre" nel maggio di quest'anno. Il progetto I love Italy, curato dalla brava Francesca Calipari, l'ha portata infatti nel 2018 a Roma, a Trastevere, presso Spazio 40, a Venezia, presso il Centro d'arte San Vidal, nel marzo 2019 a Torino presso Palazzo Saluzzo Paesana.

Ora sarà presente alla Biennale di Milano dal 10 al 14 ottobre 2019


Numerosi i personaggi presenti alla storica esposizione milanese tra cui spiccano Vittorio Sgarbi e Francesco Alberoni.

Maria Rosaria Iacobucci è nata in uno splendido borgo abruzzese, da cartolina, San Valentino in Abruzzo Citeriore, ma ben presto per lavoro si è spostata a Luino. Qui, affascinata dalle bellezze del lago e della natura circostante, ha migliorato le sue capacità pittoriche, sviluppate da autodidatta. Dapprima dipinge olio su tela, su ceramica e restaura mobili antichi, con varie tecniche poi arriva la passione per l'astrattismo dove rivela la sua più autentica vocazione.

Le sue opere sono travolgenti, piene di vita e di movimento. La sua prima opera "pubblica", ovvero l'Onda, dal nome dannunziano come la sua origine abruzzese, ha da subito decretato il suo successo.


Sembra veramente di immergersi nella burrosità di onde concentriche che portano a un vortice di mistero e di grandiosità. Le opere materiche di Maria Rosaria sono elementi vivi e coinvolgenti, frutto di una ricerca accurata di materiali rari e originali.

Io amo anche la sua vena figurativa, non materica, legata allo studio della bellezza classica  alle contraddizioni della nostra società. Questa è "Incomunicabilità" di cui ho avuto l'onore di scrivere una breve relazione critica

Incomunicabilità" La bellezza salverà il mondo, scriveva Dostoevskij, ma ormai la bellezza è rara, più archetipo che natura o realtà. Per questo la pittrice rappresenta un giovane viso apollineo, scolpito nel marmo, che pare avere un cruccio, una noia. Non c'è più dialogo con il cielo? Con la dorata meraviglia dell'ascesa alla purezza, al bello interiore ed esteriore, al καλός καὶ ἀγαθός? Dal nostro mondo involuto si intravvedono solo barlumi scomposti di eternità. Apollo è caduto dal carro del sole, sbriciolatosi sorvolando gli uomini, e ora l'anima eterna non è che un'osservatrice muta e stanca, disapprovante. Da un metaforico finestrino la scorgiamo immobile, mentre noi scorriamo via.( Giusy Cafari Panico)

Ma ora sono i mondi, gli stessi che ha portato a Parigi, i grandi protagonisti materici dell'ispirazione di Maria Rosaria. Eccone uno:


Cosa porterà ala Biennale? Non resta che ritrovarci tutti davanti alle sue splendide opere, che sembrano uscire dalle tele per investirci con i loro interrogativi e la loro energia straripante



2 commenti:

  1. Sorpresa, emozionata, ringrazio di cuore per la bellissima esaustiva presentazione, Maria Rosaria Iacobucci

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