CHOCOLAT
di
GCP
“Toc toc… scusa
il disturbo… sono Mara, la commessa della pasticceria.
Lavoro per un grande
cioccolataio che sta sempre a miscelare cacao, pistacchi, nocciole e scorze di
arancia. Sembra un mago. Anch’io sono diventata un’esperta: so distinguere
sulla punta della lingua la percentuale di cacao di ogni cioccolatino. E mi
incanto a guardare la fontana di cioccolato esposta in vetrina. A volte mi
chiedo perché abbiano assunto proprio me, che divento rossa appena mi parlano.
Mi sento fuori dal tempo, come le frasi che si trovano scartando i cioccolatini.
Come le poesie che scrivo, quando sono triste come oggi. E’ San Valentino e io
lo odio! Quest’anno il mio capo si è inventato i cuori rossi con il ripieno di
cioccolato allo champagne. E io a confezionare i pacchetti! Quelli che purtroppo
nessuno mi porterà. Mara, fammi fare bella figura! mi ha raccomandato una
ragazza. Lei è uno schianto: con i capelli rosso fuoco, la mini e tutto il
resto. La vedo sempre alla sera, quando torno a casa, mentre sale sulla moto
del suo nuovo fidanzato.
A me tutti dicono di
togliermi i soliti jeans troppo larghi, di mettermi le lenti a contatto, ma non
mi va. Io sono così. E non voglio che qualcuno mi ami per quello che non sono. Forse
ho letto troppe poesie d’amore dentro i cioccolatini. Ecco perché sono sempre
sola.
Scusa se mi sono
infilata dentro la tua torta al cioccolato. Mi licenzieranno sicuramente. Il
fatto è che oggi ho voglia di fare una follia. La mia follia di San Valentino.
Se esisti - e io so che Tu esisti - vieni qui.“
«Scusa, è tuo
questo biglietto?» Un biondino entrò dentro “Chocolat” e, arrossendo, porse un
foglietto macchiato di crema alla cassiera: una brunetta tutta ricci, con gli
occhialini dalla montatura rossa, che si accingeva a chiudere il negozio.
La ragazza trasalì
per un attimo, leggendolo, poi scosse la testa. «No, assolutamente. Dev’essere una trovata
pubblicitaria: sai, oggi è San Valentino...Ora però devo chiudere. Avevi
bisogno?»
Il ragazzo ripiegò
il biglietto, deluso. «No, niente.
Mi hanno fatto un regalo per il mio onomastico e ci ho trovato in mezzo questo
foglio. Senti… come ti chiami?»
«Io? Uh…Sara!»,
farfugliò la brunetta, senza guardarlo negli occhi.
«E sei
l’unica commessa, qui?»
«Che io
sappia sì. Scusa, ma devo chiudere!» La ricciolina tolse la chiave dalla cassa
e indossò il suo piumino rosso.
«E ti pareva!»,
sospirò il giovane, «Sarà stata
la solita presa per i fondelli... Figuriamoci se esiste davvero una ragazza
così dolce, che ama le poesie… La persona che vorrei incontrare da una vita. Mi
sfotteranno fino a Pasqua. E magari pure tu. Che cretino! Scusa il disturbo.»
«Aspetta!», lo
fermò la ricciolina. «Perché?»,
rispose lui, speranzoso. «Niente, ti è
caduta la lettera!» e gliela porse, tremando come una foglia. Mentre gli
sguardi dei due giovani si incrociavano, dalla cucina sbucò fuori il
cioccolataio: «Mara, ma mi
chiudi dentro? Va bene che scrivi le poesie e hai sempre la testa tra le
nuvole!»
«Mara??» Le
labbra del biondino si allargarono in un sorriso sconfinato, mentre la ragazza
diventava rossa come un peperone.
«Scusi,
vorrei fare un’ordinazione: è troppo tardi?»
Il ragazzo si
diresse verso il banco: «Vorrei il
cuore di cioccolato più grosso che avete!» L’uomo scosse la testa, perplesso. «Ma cos’è un poeta anche lei?», e gli consegnò l’ultimo
che era rimasto. «Dai,
stavolta offre la casa, che mi sembra di essere dentro una poesia anch’io, ma
poi filate via, eh?»
Il biondino porse il
cuore rosso a Mara e le sussurrò felice: «Buon San Valentino!»
«Poesie,
poesie…», borbottò il cioccolataio, mentre i due si incamminavano mano nella
mano. «Meno male che domani torna tutto alla normalità, che
tutto sto dolce sta stomacando persino me!» Poi prese un cioccolatino a forma
di Eros con arco e frecce e lo incartò per sua moglie. “Proprio per non farlo andare a male”, mugugnò.
Però sorrideva.
FINE
Pubblicato oggi sul quotidiano di Piacenza “Libertà”.
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