sabato 2 maggio 2009

Un ricordo di Enzo Baldoni ...grazie a Pino Scaccia


Oggi su Facebook ho trovato il nome di Pino Scaccia, il famoso reporter italiano, sempre presente nei luoghi caldi del mondo.
Mi si è accesa una luce particolare. Ho fatto un click e siamo entrati in contatto.
Magie di internet.

Pino Scaccia era un grande amico di Enzo Baldoni, ucciso in Iraq nel 2004.

Enzo era una persona per me molto importante, per quei motivi strani che la razionalità non riesce a spiegare.
Mi ha sempre incuriosito la figura di questo pubblicitario geniale e di successo(sue tante famose campagne per Mc Donald's, San Benedetto, Gilette, Bic) traduttore di fumetti, giornalista ...che ogni tanto improvvisamente mollava tutto e partiva per Timor Est o per la Colombia per vedere, capire, aiutare. Per esserci sempre dove nessuno voleva andare, dove c'era la guerra o il degrado.
Dove non si capiva bene quale fosse la verità. E lui partiva senza pregiudizi, senza preconcetti. Per capire e raccontare.
Lo seguivo ovunque andasse.

In una mia antica vita anch'io sono stata copywriter, o perlomeno un'apprendista, insomma ci ho provato. E poi ho rinunciato diventando un'impiegata brunettiana.
E' un ambiente strano, quello della pubblicità, dove, appunto, la verità è proprio quella che manca, quella che si deve occultare.
Quella che invece lui cercava.
Trovavo curiosa questa apparente contraddizione nella sua vita. Solo apparente.
I copy sono persone strane, anch'io un po' lo sono anche se ho praticato questo strano mestiere per pochissimo, e con scarso successo.

Quando Enzo è morto ho provato un grande dolore. Ricordo che era agosto e che io ero più o meno sofferente per le mie solite delusioni sentimentali... Leggevo distrattamente i giornali e nulla scuoteva la mia apatìa. Ma quando diedero la notizia della sua cattura e poi della sua morte piansi. Ricordo bene tutto.
Per via di Enzo in quei giorni decisi di odiare per tutta la vita un giornalista che prima mi era persino simpatico, che lo definì "un pacifista con il kalashnikov".
Presi posizioni politiche che non mi erano abituali in quella circostanza. Io che non ho per nulla una cultura di sinistra litigai per lui con tutti coloro che difendevano l'operato del governo di allora.

Un giorno scrissi di getto una poesia.
Dovevo scrivere per forza in quel momento, in quel giorno. E' difficile da spiegare alle persone razionali.
Ricordo che era l'8 ottobre, perché avevo creato il file sul computer in quella data.

Mesi dopo scoprìi che era il giorno del suo compleanno.
Ricordo anche che partecipai ad un concorso con quella poesia e vinsi un premio.
E che la mandai a sua moglie, che si chiama Giusi come me, che mi rispose poco dopo con un biglietto che conteneva una bellissima frase di Enzo, che conservo ancora.

Ricordo anche che da quel momento lessi tutto su Enzo, anzi su Zonker, il soprannome che usava sul suo blog - fu uno dei pionieri dell'utilizzo di questo mezzo - .

Volevo ringraziare Pino che ha pubblicato un link con la mia poesia sulla sua pagina di Facebook.

Rispetto a tanti caduti in Iraq mi sembra che Enzo non goda del rimpianto e della considerazione che merita. Troppo scomodo come personaggio, troppe le responsabilità di qualcuno sulla sua fine, ancora misteriosa.

Rimane la sua ultima foto, il ricordo del bene vero, autentico che Enzo era andato a portare in quella terra martoriata.



L’ultimo viaggio di Zonker*



Alla ricerca di anime nuove

sei partito per la tua ultima avventura

con il sorriso lieve e divertito

di chi ha sempre visto il mondo

capovolto, a testa in giù.



Volerai sulla tua rondine

nel tempo e nello spazio.

né buoni né cattivi

ti appariranno i diavoli né gli angeli

Neanche di Dio avrai soggezione:

lo guarderai dritto negli occhi

senza chiedere il Suo nome



Sventola la bandiera bianca

del tuo esserci sempre

nei nodi topici del tempo

dove il bene e il male si confondono

in un groviglio inesplicato.

Sornione come un gatto

ne cercavi il capo

alla ricerca dell’assurdo,

ché talvolta nell’assurdo

è il senso ultimo dell’uomo.



Sotto le stelle di Babilonia spodestata

di Nabuccodonosor e dei suoi splendori

perdevi a dadi con il destino

tra inferni di anime dannate,

di storie spezzate, di fiori mutilati.

Ma ecco salir dai minareti

canti dolci e lamentosi,

melodie di lingue strane,

brillare il sorriso di una donna

svelata da una brezza,

alba presaga di nuova umanità.



Germoglia la terra annaffiata dal pianto

e sa di lacrime nere come il petrolio

che è sangue scuro, sangue amaro.



Vorrei essere un raggio di sole

per ritrovare il tuo spirito sagace:

lo porterei sulle nuvole più strane

a forma di Timor est o di Birmania,

di tutte le patrie delle tue utopie lontane

e lo farei piovere a dirotto

per spegnere la sete dei potenti,

per far rinascere dal fango la speranza.


*pseudonimo di Enzo Baldoni : creativo, reporter ed operatore umanitario italiano ucciso in Iraq. La sua campagna pubblicitaria più celebre è quella di una famosa acqua minerale che si trasforma in rondine e vola via leggera.


Ecco la frase testamento di Enzo:
"Guardando il cielo stellato ho pensato che magari morirò anch'io in Mesopotamia, e che non me ne importa un baffo, tutto fa parte di un gigantesco divertente minestrone cosmico, e tanto vale affidarsi al vento, a questa brezza fresca da occidente e al tepore della Terra che mi riscalda il culo. L'indispensabile culo che, finora, mi ha sempre accompagnato. »

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