Ho visto da poco "This must be the place" di Sorrentino, con Sean Penn.
Un film molto malinconico, che mi ha fatto riandare alla mente a quando ragazzina ascoltavo Lullaby dei Cure e sembrava anche a me di dibattermi tra le ragnatele del loro video.
Ma a parte il giudizio sul film e sul suo effettivo valore, su cui devo ancora riflettere, mi ha colpito una cosa.
La valigia di Cheyenne, il protagonista. Nera, con le rotelle, piccola. Un trolley che è talmente inserito nella trama da diventare coprotagonista.
In una scena Cheyenne/Sean Penn ha persino incontrato il suo inventore Harry Dean Stanton, proprio lui, l'inventore del valigino con le ruote, un oggetto che "ha rivoluzionato le sorti dell'umanità":
Ma nulla avviene per caso, come ha spiegato Paolo Sorrentino: ''Il trolley rappresenta la semplicita' nel risolvere cose che nella vita ci appaiono complicate, tutti noi vorremmo un trolley che alleviasse il peso di alcune difficolta' che la vita ci presenta''.
Io invece... Io mi sono molto rivista nella figura di quest'uomo che trascina questa valigetta nera in giro per il mondo. Come una tartaruga senza una dimora fissa. Da sola e un po' indifesa. Con le ruote che girano girano non si sa in cerca di cosa...
Pare che Cheyenne si trascini dietro parte del suo passato, nero come lui, da cui non riesce a distaccarsi. Pare che tenga nascosta nel suo trolley tutta la sua disperazione, la sua malinconia, le sue paure. Quelo che nasconde al mondo ma che si porta sempre dietro. Nelle strade deserte, tra la gente. Sempre con il suo trolley nero.
Tascinato a sua volta da una indeterminatezza che lo pone in un limbo di casualità, che lo sballotta senza sosta, accanto a occasionali compagni di viaggio, alla ricerca di se stesso.Prima che sia troppo tardi.
Il trolley di Cheyenne
il mio trolley in una delle mie ultime trasferte (chissà perché mi è venuta voglia di fotografarlo e proprio lì)
Valige in cerca di un armadio in cui fermarsi. O di altri luoghi dove andare in un eterno moto senza sosta. Senza senso forse.
Cheyenne lo trova alla ricerca dei suo padre e delle sue vendette. Io non lo so, ma ci dev'essere un luogo... "This must be the place", quello in cui Cheyenne riesce finalmente a togliersi la maschera, a fuggire dalla sua eterna fanciullezza e forse a disfare la valigia...
Una frase che mi ha colpito:
C'è qualcosa che mi disturba. Non capisco cosa possa essere, ma mi disturba
E' qualcosa che provo anch'io, spesso, ultimamente. Mi accompagna nei rapporti umani, così complicati e forse troppo freddi per una persona come me, indifesa e iforse un po' ingenua come Cheyenne,, e nella quotidianità così sempre uguale a se stessa da essere disturbante.
Il segreto è dentro il valigino, lo so... basta aprirlo, toglere il doppio fondo e scoprire cosa veramente ci si porta sempre dietro...
Perché poi forse il segreto della vita e togliersi il trucco e la maschera e disfare il trolley... Ma chi lo sa... Ci dev'essere pure un luogo...
Trolley... trolley... trolley... la parola di per sé è ... zampettante, un passerotto irrequieto, un fagotto come la cassa dei desideri, ma immagine inerte, pancia fuori misura di un troppo di se stesso, estensione delle proprie inquietudini. La valigia di cartone legata con lo spago, simbolo di tempi che sembrano lontani, era più ... umana e conteneva un carico di speranze e un imoegno di vita straordinaria. Il trolley è una fuga, la valigia di cartone un impegno di vita.
RispondiEliminaCarissimo Anonimo,
RispondiEliminahai descritto benissimo il mio trolley, quello che mi trascino dietro per tutta Italia... Sì, un troppo di se stesso. Ti confesso che mi era venuta voglia, irrazionalmente ( verbo che come sai mi si addice molto), di abbandonarlo là dove l'ho fotografato. Conteneva molto poco, vista la piccola trasferta. Ma bisogna pur portarsi qualcosa dietro quando si vaga da una parte all'altra di questo strano mondo... E' finito il tempo del cartone e degli spaghi e forse anche quello degli impegni di vita straordinari.
Tra l'altro, ora che mi ci fai pensare:
il trolley è qualcosa che ti trascini dietro,
la valigia la porti parallela a te.
Il trolley a volte non lo vedi più, ne senti solo il peso...
Come farei senza il mio grillo parlante??
Vale atque vale, grande amico mio...