Pochi giorni fa sono stata invitata dall'amico Guseppe D'Orazio a partecipare a un'iniziativa che non conoscevo, una giornata di letture per ricordare la scomparsa del Giudice Falcone il 23 maggio 2016.
A proporlo l'associazione Libera di cui è benemerito attivista assieme a tante persone fantastiche che ho conosciuto per l'occasione, tra cui Antonella Liotti, che si prodiga da anni per la sezione piacentina di questa importante associazione nazionale.
Io ho avuto l'onore e l'onere di leggere nella mia biblioteca alle ore 17 45 e mi sono fermata nella lettura alle 17,58, ora esatta della strage di Capaci.
E' stato per me un momento molto intenso ed emozionante che voglio celebrare non mettendo apposta nessuna foto, perché quello che conta, che contava, è il ricordo di chi non c'è.
Voglio postare il ricordo di un'assenza, l'assenza di persone che sono morte per la nostra libertà.
Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, sua moglie, e gli uomini della sua scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.
Annientati da 1000 chili di tritolo ma risorti immediatamente nelle anime di tante tante persone, indignate ancora oggi.
Dopo di me leggeva Gaetano Rizzuto, l'ex direttore di Libertà a cui sono legata da un grande affetto e da una -credo- reciproca simpatia umana e professionale di lunga data. Gaetano Rizzuto conosceva personalmente Falcone, è siciliano, sentiva la giornata e il momento non il doppio, ma cento volte. Ha raccontato di una giovinezza condivisa con lui in Sicilia, del ricordo di suo fratello Pino, passato su quella maledetta autostrada pochissimo tempo prima. E dopo ha letto il tema di maturità di una ragazzina, che poco dopo si sarebbe tolta la vita. Aveva "parlato", era un infame. Al suo funerale non c'era nemmeno la madre.
Anche il mio brano era molto forte. Era l'articolo di Repubblica che annunciava il lutto, il disastro, la sconfitta dello stato, quella perdita di vite umane in modo atroce. Era il primo articolo sulla strage-
Mi sono molto emozionata. Mi sembrava di rivivere un momento che ventenne, ricordo molto bene. Ricordo dov'ero, con chi ero, come capita quando accade qualcosa di straordinario. Ricordo la sensazione di sconfitta, del pensiero.".. ed ora?"
Io non so ora cosa sta succedendo, non so a che punto sia la situazione Mafia: non ho la preparazione, le informazioni per farmi un'idea precisa, non so quasi nulla, come tanti. Ho visto però che tante persone la stanno combattendo con la cultura, con la forza della giovinezza pulita che rifiuta questo tipo di asservimento, di avvilimento umano e civile. C'erano tanti ragazze e ragazzi, tanti sorrisi, tanta voglia di cambiare. Carlotta, Anai e le altre. Sorrisi contro un muro da sgretolare, che quando sono stata in Sicilia l'anno scorso ho sentito sulla pelle, anche se nessuno ne parlava apertamente, come sempre, come si sa.
E' stata una bellissima sera e assieme al piccolo corteo ho fatto il giro della la città che partiva dalla Bookbank alla Luppoleria, passando dalla libreria Fahrenheit, alla libreria Berti Papero Editore, alla Fabbrica dei Grilli dove leggeva la mia amica Betty Paraboschi con Bernardo Carli.
Io, ripeto, ero molto emozionata, ho stentato ad essere lucida leggendo, non sono stata "brava" sicuramente, ma forse anche così ho testimoniato lo sgomento provato in quel giorno, lo sgomento che tutti abbiamo provato quel giorno.
Grazie a Libera, grazie a Giuseppe D'orazio per avermi coinvolto. Grazie davvero.
Non sum digna ma grazie
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