domenica 25 novembre 2012

IMAGO

Ripropongo oggi, giornata interrnazionale contro la violenza sulle donne, un mio breve scritto dedicato a tutte le donne vittime di femminicidio in Italia e nel mondo. Più di cento alla data di oggi, solo in Italia. Perché questa barbarie possa avere termine. Un contributo, nel mio piccolo.

IMAGO


Come puoi dire di amarmi se non mi conosci?
O, sì, forse hai ragione, anche di non amarmi.
Ma non amare è un concetto più facile da riconoscere.  
Io non ti amo, ad esempio.
In me manca totalmente la curiosità di conoscerti.
 Perché quello che sento in te, seppur nel modo superficiale con cui si sono sforiate le nostre vite, non si accorda con la mia anima, né per somiglianza né per complementarietà.
Anzi, scusa se te lo dico, a volte mi disturba.
Altre volte ( e questo è ancora peggio) mi è completamente indifferente.

Almeno io lo dico che non voglio conoscerti. Non mi interessa.
Invece tu dici di volerlo e invece non lo fai.

Se mi amassi mi cercheresti in quello che scrivo. Ma non perché io sia una grande artista, questo proprio no.
Lo dovresti fare proprio perché non lo sono. E analizzaresti ogni singola parola, persino ogni apostrofo, ogni a capo.  
Invece non lo fai. 
Ti preoccuperesti per quello che mi succede o non mi succede. Ma senza assillarmi.
Noteresti se ho pianto o se ho riso.

Mi vorresti felice CON o SENZA te.

Invece mi “ami” come un prodotto preconfezionato, da non scartare più di tanto.

Hai già un’idea di me, ma è la tua. Quella dentro la quale io non esisto. 
Quella TUA idea in cui tu credi di riuscire a rendermi simile a te.

Ah, che risate! Davvero pensi di essere il primo ad averlo creduto? Ad averci provato? Ah, ingenuo ingenuo che sei!

E perché, sentiamo, dovrei  assimilare i tuoi gusti, le tue attività, le tue propensioni?
Ah, certo, per darti la grande, infinita gioia di essere la tua anima gemella!
Per specchiarti in me e vederti bello, giusto, buono, degno di stare al mondo. 

Non è amore il tuo. E’ narcisismo.
Come ti compiaci per quei  due o tre gusti che abbiamo in comune: la mostarda e ascoltare le canzoni francesi.  Il terzo... aspetta... non lo ricordo nemmeno.
Ah, e poi tu pensavi che io fossi  docile, tranquilla… Anche questa è una tua invenzione.
Ti piaceva pensarlo,  per potermi domare.
Ormai avermi è diventato un tuo punto d’orgoglio. 

In ogni tuo mazzo di fiori, vermiglio, c’è il fuoco dell’odio.
In ogni tuo appostamento c’è un’illusione di possesso, una gelosia nata dal mio rifiuto.
In realtà la tua è invidia. Invidia per chi è riuscito ad avermi. Per chi ci riuscirà. 
Di me, vedi, non ti importa nulla. Anzi, non esisto nemmeno più.

Ecco perché mi hai ucciso.

Perché non esisto.
E’ stato come scacciare un pensiero cattivo e persistente.  
L’hai detto a tutti, che è avvenuto solo nella tua mente, che il corpo agiva da solo, che non ne avevi il controllo.
Mentre sentivo le tue mani sul collo ti guardavo negli occhi e vi leggevo che nemmeno allora ti chiedevi cosa pensassi veramente.

E difatti nemmeno ti sei accorto di quello che mi stavi facendo.
Peccato che la parte di me che ami  - quella che io non ho MAI posseduto -  tu ce l’hai SEMPRE.

Eccola qui, nella tua mente.

Bella, dolcissima come quella volta in cui ho cantato per caso La via en rose e tu hai pensato che le sapessi tutte, le canzoni francesi.  E che amassi il basket, il riso con i fagioli, il lago, Charlie Brown ( ma qual è, quello con la coperta o quello senza?).  E che non vedessi l’ora di fare l’amore con te.
Il mio respiro diventava affannoso e solo per timidezza non esprimevo il mio desiderio.
Timida, sì…  e che bello vincere i miei no con i tuoi sì… Come facesti quella volta, a casa dei nostri amici.  Tutti si imbarazzarono quando ti spinsi lontano, facendoti cadere il drink. Ma tu sorridevi, perché gli altri non sapevano quanto ero timida e quanto ti volevo. Ecco perché sono sparita dalla circolazione.
Ecco perché mi nascondevo. Per timidezza.

Ma eccomi, dentro di te, ora… Tra le tue braccia, morbida e tua. Tu dentro di me. Come l'ultima volta.

Ma non mi da fastidio,ora. Perché non sono io.

Pensi ancora di aver fatto bene, perché così hai eliminato la parte peggiore di me.
Massì, tienimi così. Così non darai fastidio ai tuoi compagni di carcere.
Si è sparsa la voce, ti vogliono far fuori.  Donne e bambini. Il loro codice lo sai.

Io ero quasi tutte e due, perché di anni ne avevo diciotto.

Mi stai scacciando  ora eh? Non mi vuoi sentire, come al solito non mi vuoi conoscere...
Urla pure:  stavolta non hai niente per eliminarmi.  Qui i coltelli sono di plastica e ti controllano a vista.

Ma io ti ucciderò prima o poi.

Capiterà che tu esca.

Capiterai in un'infermeria.

Capiterai davanti a una finestra aperta.

E chiamami pure “maledetta” come quando hai ucciso la mia gemella di carne.

Ce la farò.

Ora sono IO dentro di te.



GCP


1 commento:

  1. L'essere, sì; e soltanto l'essere. Esistenza pura! Ma...
    Quando vuoi pensare all'immensa grandezza di Dio, pensa alla più grande delle Sue creazioni: il femminile.
    O.K. philosophus .....

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