Parliamo di Serialchillers ;) Già già, di Serialchillers! Ch..avete letto bene!
E’ un concorso letterario molto originale, a cui ho
partecipato l’anno scorso.
Su un sito erano pubblicate venticinque foto, in cui erano
immortalate altrettante persone
“normali” ( le virgolette sono sempre d’obbligo) atteggiate da criminali, indicate con nomi di
fantasia.
Il progetto nasce da un fotografo bolognese, Fabrizio
Bellardinelli, che dopo aver analizzato molte foto di veri serial killer ha
pensato di andare a scovare il male proprio dietro volti che non lo contengono. Una ricerca che è metà
sociologica metà antilombrosiana.
Per farla breve la Maglio Editore di San Giovanni in
Persicelo ha poi pubblicato un’antologia con i racconti vincitori con una
specialissima Guest Star a scrivere il racconto introduttivo: il famoso
giallista emiliano Loriano Macchiavelli, l’autore, tra l’altro, delle vicende
del Commissario Sarti.
Caso strano ha voluto che io e Macchiavelli scegliessimo lo
stesso "chiller"!
Mamma mia che responsabilità… E che confronto impari!!
Così lui apre il volume e io lo chiudo con lo stesso
protagonista: Elias Romanov.
Ma le storie sono completamente diverse, così forse spero di
essere riuscita a sfuggire all’impari confronto.
Ecco il mio incipit….
Gli
piaceva spegnere le candele davanti alle statue.
Una
alla volta, usando la punta delle dita.
Sentiva
solo un piccolo bruciore, attenuato dai calli che gli si erano formati sui
polpastrelli, anneriti dal fuoco.
Mentre
le spegneva, pensava che la maggior parte delle persone va dalla Madonna e dai
Santi per esaudire desideri futili.
E
chiede senza dare nulla, senza fare nessuna penitenza, a volte senza infilare
nemmeno le monete nella feritoia.
Elias
Romanov lo sapeva benissimo, perché dopo apriva la cassetta con il
chiavistello.
Li
osservava bene, i frequentatori della chiesa, da quando Padre José l’aveva
assunto come sagrestano della Chiesa Madre di Detroit. Ragazze scosciate,
adolescenti che chiacchieravano durante l’omelia, donne che si accendevano una
sigaretta appena uscite sul sagrato.
Perché
Padre José, non dava il giusto esempio. E lui lo sapeva.
Certo
che non ci fosse nessuno, si infilò nel confessionale e, dopo aver dialogato a
voce alta con un interlocutore immaginario,
impartì l’assoluzione e comminò la penitenza.
Poi
chiuse la porta della chiesa a doppia mandata, spense le luci e si diresse
verso la sacrestia, trascinando una grossa borsa.
Il
sagrestano ricordava dolorosamente il giorno in cui lo avevano cacciato dal
seminario di Providence.
Padre
John l’aveva convocato e invitato a sedere nella poltrona davanti alla sua
scrivania.
Elias era
perfetto nella sua veste talare. Aveva scelto un modello antico, di quelli con
tanti, infiniti bottoni, lungo fino ai piedi. Si era rasato la sommità dei
capelli, come un monaco, anche se non
era obbligato a farlo.
Non era
nemmeno obbligato a infliggersi pene corporali, ma sapeva che era una pratica
che fortificava corpo e anima.
La sua
schiena era una lavagna incisa da un reticolato di ferite che trasudavano
sangue.[continua....]
Ecco la copertina del libro che si può acquistare on line e che
è di pregevole fattura editoriale.
Mi fa piacere parlarne adesso perché si tratta di un
prodotto EMILIANO, nato in una città vicinissima alle zone terremotate. Una
dimostrazione di come le persone di quel territorio sfornano idee a ripetizione
e si lanciano in avventure imprenditoriali di grande respiro. Come la Maglio
Editore.
Dovevo esserci a una presentazione del libro, ma è stata
annullata causa evento sismico, come tutti sanno. Allora… la faccio qui, nel
mio piccolo spazio.
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